“Fino a quando” tra realtà, possibilità e irrealtà

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

Leggo in una traduzione di Conan Doyle:
“Mi era intollerabile la prospettiva di tenere per me il segreto fino a quando non potessi parlarne con lei”.
Se scrivessimo “avessi potuto parlarne con lei” o “avrei potuto parlarne con lei”, al di là delle differenze semantiche, si commetterebbe un errore?

RISPOSTA:

Sono tutte alternative possibili, con, come rilevato da lei, differenze semantiche._x000D_n”Fino a quando non avrei potuto parlarne con lei” è la normale costruzione del futuro nel passato, che richiede il condizionale passato. Con questa costruzione l’evento delparlarne con lei è semplicemente presentato come futuro rispetto alla situazione configurata dalla proposizione reggente (tenere il segreto ), che è, a sua volta, passata rispetto al momento dell’enunciazione, ovvero il qui e ora dell’emittente._x000D_n”Fino a quando nonpotessi parlarne con lei” trascura la relazione temporale con il verbo reggente (comunque facilmente decodificabile grazie al significato della congiunzionefino a quando )e accentua, invece, il carattere ipotetico della proposizione temporale: la frase, così, si avvicina a “(Forse non avrei tenuto il segreto) senonpotessi parlarne con lei”. Grazie all’imperfetto congiuntivo, la prospettiva delparlarne con lei è presentata come possibile, quindi l’emittente sa, o è convinto, che si realizzerà (ma non sa quando).La variante con il trapassato (“Fino a quando nonavessi potuto parlarne con lei”) sposta l’ipotesi dal piano della possibilità a quello dell’irrealtà: l’emittente, quindi, non sa se, né quando, l’evento si realizzerà._x000D_nFabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Verbo
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