QUESITO:
Su varie grammatiche, incluso Treccani, si legge che tra avverbi interrogativi (interrogativa diretta) e verbo è impossibile frapporre un elemento, che sia soggetto o qualsiasi altro elemento:
1)Quando marco arriverà a destinazione?*
2)Dove oggi andrai?*
Se si parla di congiunzione interrogativa, e di conseguenza di interrogative indirette
è possibile la frapposizione solo del soggetto:
3)Non so quando Marco arriverà.
4)Non so dove oggi andrà a fare shopping.*
Tutte queste regole e regolette, però, non valgono con “Perché”, usato sia come avverbio interrogativo che come congiunzione interrogativa; infatti con “perché” è possibile sia frapporre complementi (“Qui”, “con me” ecc…) sia soggetti (“Lui”, “Marco”), anche insieme, volendo, come nelle frasi 5 e 6.
Tutto questo sia nelle interrogative dirette o indirette che siano, per esempio:
5)Perché Marco all’estero si trova male?
6)Non so Marco all’estero si trovi così male.
Credo e spero che da 1 a 6 lei possa concordare con me.
Ci sono però dei casi, che non so per idiomaticità o meno, ma contravvengono a ciò che ho detto da 1 a 6, cioè:
a)Ricordo quando da bambino giocavo al parco con gli amichetti.
b)Non ho mai saputo quando da bambino hai avuto la prima fidanzatina.
c)Quanto la fortuna potrà incidere sul risultato?
Le frasi “a” e “b” sono dello stesso tipo della frase 4, mentre la frase “c” mi sembra dello stesso tipo della frase “1”.
Seguendo la (mia) logica, a meno che non abbia fatto un discorso errato dall’inizio alla fine, le tre frasi in questione sono scorrette, eppure le ho sentite spesso, anche con una certa frequenza; infatti anche a me è capitato di dirle in svariate occasioni, poiché al mio orecchio suonano particolarmente idiomatiche e non vi ravviso nessuna stonatura.
Qual è quindi la verità?
RISPOSTA:
Da assiduo navigatore di DICO, sa bene che la grammatica e la linguistica non si valutano in base alla verità (ammesso che si sappia cosa sia, la verità…), bensì ad altre categorie, quali la frequenza, l’accettabilità, la variabilità ecc. Ciò premesso, non è affatto vero che gli interrogativi non ammettano elementi tra sé e il verbo, e, tra i miliardi di frasi possibili, basterebbe questa: «Perché Marco non arriva?». Quindi, non soltanto concordo con lei, ma le confermo che nessuna delle frasi da lei citate (a, b, c) è sbagliata, e non perché siano idiomatiche (e infatti non lo sono), ma perché la mobilità dei costituenti consente queste e altre modificazioni dell’ordine cosiddetto diretto. Neppure le altre frasi da lei citate sono scorrette né agrammaticali, tranne la 2: «*Dove oggi andrai?», che però diventa quasi accettabile se al verbo si aggiunge un altro elemento: «Dove, oggi, andrai a fare la spesa?» (non naturalissima, ma possibile).
Fabio Rossi