Ancora sulla particella ci

Categorie: Italiano e latino, Morfologia, Semantica, Sintassi

QUESITO:

Vorrei aggiungere qualcosa in merito alla questione che per brevità definisco CI SI (vedi domanda risposta qui).

Se CI sostituisce NOI: «Ci si vede al bar» = «Noi ci vediamo al bar», Le chiedo quale valore abbia il CI nella seguente frase: «Nel Trecento, a Firenze, ci si incontrava a piazza della Signoria». O ancora: «Nella Roma antica ci si vedeva al Foro». È evidente che non si tratta di NOI. Noi viviamo in un’altra epoca. Posso ancora aggiungere, senza tornare indietro nei secoli: «Non ci si separa per una scappatella». Non vuol dire: «Noi (io e mia moglie) non ci separiamo per una scappatella», è solo una considerazione o un’esortazione generica. Quel CI non corrisponde a NOI.

 

RISPOSTA:

Anche i ci da lei indicati sono la particella pronominale atona con valore di pronome personale di prima persona plurale noi. Ha ragione nel sostenere che il valore semantico non è più quello di ‘noi’, ma l’etimo è esattamente lo stesso. Come spesso accade per parole grammaticali e dallo scarso corpo fonico, ci ha subito un indebolimento semantico che è analogo a quello subito da un altro pronome, cioè se con valore di ‘lui, lei, loro, sé stesso/i ecc.’. Così come si può essere impiegato in costrutti impersonali in cui il riferimento al pronome di terza persona è del tutto o quasi svanito («si tratta di questo», «questa cosa non si spiega», «non ci si crede»), altrettanto accade con ci negli esempi da lei addotti (e in tanti altri: ancora «non ci si crede» ecc.), nei quali il valore originario di ‘noi’ è passato a un generico valore impersonale (‘la gente’, ‘tutti’ e simili). Tuttavia, ribadisco, non si tratta affatto di transizione da si a ci, bensì del solito ci ‘noi’ indebolito semanticamente. Inoltre, a conferma della frequenza di questi indebolimenti e cambiamenti semantici, ci e vi già in partenza, dal latino, hanno subito una forte translazione semantica, se considera che derivano, rispettivamente, da due avverbi di luogo latini: hicce (o ecce hic) ‘ecco qui’ e ibi ‘lì’. Tale valore locativo si è mantenuto in casi quali «non ci voglio andare», «al mare ci vado solo d’estate», «non vi trovo nulla di male» ecc., mentre è traslato metaforicamente nei casi di ci ‘noi’ (e impersonale), vi ‘voi’, come a dire: ‘noi, cioè questi che siamo proprio qui’ e ‘voi, cioè quelli che stanno là’.

Ulteriori indicazioni sui valori, le funzioni e l’etimo di ci possono essere letti qui.

Fabio Rossi

Parole chiave: Avverbio, Etimologia, Pronome, Retorica
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