Differenze tra cui e quale

Categorie: Morfologia, Sintassi

QUESITO:

Sebbene la scelta tra “cui” e “quale” sia libera, in alcuni contesti è possibile usare solo “quale” (il quale/ la quale/ i quali/ le quali): o dopo un verbo implicito: “C’è stata una battaglia violenta durante la quale (e non “durante cui”) sono morte molte persone”: infatti “durante”, che ha anche funzione di preposizione impropria, è però il participio presente del verbo “durare”, e la regola dice che è possibile usare solo “la quale” (il quale/ i quali/ le quali), e non “cui”, dopo un verbo implicito: infatti, come in questo caso, “durante” è il participio presente, quindi forma, verbo implicito, del verbo “durare”; oppure c’è anche un altro caso in cui, invece, non possiamo usare “cui” ma dobbiamo ricorrere al pronome relativo variabile “il quale, la quale, i quali, le quali”: e cioè quando il pronome relativo segue un numero o un pronome indefinito, come nelle frasi seguenti: “In italiano ci sono diverse forme di pronome relativo, due delle quali invariabili” e non “In italiano ci sono diverse forme di pronome relativo, *due di cui invariabili” e “Sono emersi diversi problemi per ognuno dei quali si è cercata una soluzione” e non “Sono emersi diversi problemi, *per ognuno di cui si è cercata una soluzione”. Diversamente, “cui” e “quale” (nei vari complementi indiretti introdotti da preposizione) sono intercambiabili: “Il parco davanti al quale abito è verdissimo” ma anche “Il parco davanti (a) cui abito è verdissimo”. Tuttavia, e qui ho un dubbio, di fronte ad una locuzione prepositiva (es. “a causa di”, “grazie a”, ecc…), come ci dobbiamo comportare? es.: “Ho fatto molti errori a causa dei quali/di cui abbiamo riportato una sonora sconfitta” e “Lui è il professore grazie al quale/a cui sono stato promosso”. In questi contesti c’è una regola? Immagino siano intercambiabili…

 

RISPOSTA:

In effetti, dalla casistica riportata dalle due maggiori grammatiche italiane (Serianni e Renzi-Salvi-Cardinaletti) non si evincono molte altre restrizioni sull’uso di cui (rispetto a ART o prepos. + quale) oltre a quelle da lei enunciate. È però indubbio che, con le locuzioni preposizionali a causa di, grazie a e simili, quale funzioni meglio di cui o talora cui sia proprio impossibile (agrammaticale): «ho un problema a causa del quale non posso uscire» (*a causa di cui); «questa è la ragazza grazie alla quale ho cambiato vita» (?? grazie a cui). Perché? Forse perché il costrutto è assimilabile a quello che Cinque (nella Grammatica di Renzi-Salvi-Cardinaletti, vol. I, pp. 448ss.) chiama «costruzione appositiva parentetica», ovvero una relativa non restrittiva (sebbene le relative degli esempi qui sopra siano restrittive) in cui tra l’antecedente e il relativo vi sia una sorta di frattura, non necessariamente per la distanza. Insomma, forzando un po’ la mano per semplificare, è come se la locuzione venisse ancora avvertita come non del tutto grammaticalizzata e quindi inibisse l’uso di cui, che invece funziona perfettamente con le preposizioni proprie: «ho un problema per cui non posso uscire»; «questa è la ragazza per cui ho cambiato vita». Anche nei suoi ultimi esempi, cui/quale non mi sembrano intercambiabili: «Ho fatto molti errori a causa dei quali/*di cui abbiamo riportato una sonora sconfitta»; «Lui è il professore grazie al quale/??a cui sono stato promosso».

Naturalmente, la mia è solo un’ipotesi.

Fabio Rossi

Parole chiave: Analisi del periodo, Analisi logica, Pronome
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