QUESITO:
Prendo spunto da una porzione di intervista ascoltata alla radio per articolare una domanda.
L’intervistato ha detto:
“Per me sarebbe un vero incubo, oggi, andare in vacanza. Mia moglie cambierebbe le lenzuola dell’albergo dopo che uscissero dalla camera le addette alle pulizie. E lo farebbe tutti i giorni fino alla fine della vacanza”.
Dopo che uscissero è corretto?
A me sono venute in mente anche altre due soluzioni.
Dopo che fossero uscite.
Dopo che sarebbero uscite.
La prima per rendere l’eventualità della situazione meno probabile di uscissero. La seconda per sottolineare con il condizionale composto una situazione appunto condizionata, come quella di cambierebbe, ma avvenuta (eventualmente) prima di essa.
RISPOSTA:
La soluzione più in linea con la consecutio temporum è dopo che sono uscite, perché l’evento dell’uscire precede quello del cambiare, descritto nella proposizione reggente, che è presente. L’indicativo sono uscite può risultare un po’ stridente rispetto al congiuntivo siano uscite, ma si ricordi che la proposizione temporale introdotta da dopo che si costruisce preferibilmente proprio con l’indicativo: “abbiamo festeggiato dopo che loro sono partiti” (non *dopo che loro siano partiti). Il fatto che il verbo reggente sia al condizionale rende il congiuntivo meno improbabile e tutto sommato accettabile.
L’alternativa dopo che uscissero è in teoria possibile, perché modella perfettamente la frase sulla costruzione del periodo ipotetico del secondo tipo (cambierebbe dopo che uscissero = cambierebbe se uscissero). Tale modello, si badi, risulta in questo caso non calzante, perché l’evento dell’uscire non può essere la condizione di quello del cambiare; la moglie, infatti, non cambierebbe certo le lenzuola se le donne delle pulizie uscissero. Risulterebbe sensato, invece, nella frase usata prima come esempio: “Festeggeremmo dopo che loro partissero”, perché qui il partire è la condizione per il festeggiare.
A maggior ragione, la variante dopo che fossero uscite non si giustifica né nel quadro della consecutio temporum (il trapassato presuppone un avvenimento passato intermedio, che qui non c’è) né nel quadro del periodo ipotetico.
Neanche il condizionale passato, infine, può essere giustificato, perché l’evento dell’uscire non è condizionato da niente, né può configurarsi come futuro nel passato, visto che precede quello da cui dipende, che è presente (cambierebbe).
Fabio Ruggiano