QUESITO:
Nel linguaggio, spesso frettoloso e trascurato, della messaggistica, ho ravvisato esempi del genere:
1) Visto due film, stasera: spettacolari.
2) Fatto. Comprato pane e marmellate.
Si tratta evidentemente di due casi in cui si è scelto di omettere l’ausiliare coniugato.
(Ho) visto due film. (Ho) comprato pane e marmellate.
Innanzitutto, vi domando se le costruzioni così presentate sono corrette.
Se si volesse unire l’economicità della comunicazione, che sembra essere fondamentale in questo contesto, con il rispetto della sintassi, si potrebbe optare, secondo voi, per il compromesso di flettere il participio passato secondo il genere e il numero?
Dal punto di vista della brevità (e dell’immediatezza) non ci sarebbero differenze.
3) Visti due film, stasera: spettacolari.
4) Fatto. Comprati pane e marmellate.
RISPOSTA:
Entrambe le costruzioni (visto/visti, fatto/fatti) sono corrette, ma non v’è dubbio sulla maggiore formalità della seconda, che dunque è da preferire. Infatti, mentre nel primo caso («visto due film», «comprato pane e marmellate») l’unico modo per giustificare la presenza del participio passato è quello di ricorrere all’ellissi dell’ausiliare, col risultato di ottenere una frase telegrafica e, in quanto tale, traballante, assolutamente da evitare nello stile anche di media formalità, nel secondo caso, invece, il participio passato al plurale, e cioè accordato col soggetto di una frase passiva («sono stati visti due film», «sono stati comprati pane e marmellate»), è perfettamente standard e adatto a qualunque contesto, interpretabile come costrutto implicito, senza bisogno di invocare l’ellissi dell’ausiliare. Tant’è vero che le stesse proposizioni potrebbero trovarsi come subordinate implicite: «visti due film, sono poi andato a letto»; «comprati pane e marmellate, sono pronto per una bella colazione». La stessa possibilità è negata al participio singolare maschile, che in questo caso sarebbe agrammaticale: *«visto due film, sono poi andato a letto»; *«comprato pane e marmellate, sono pronto per una bella colazione»
Fabio Rossi