QUESITO:
Le proposizioni principale e secondaria collegate da finché debbono essere costruite con lo stesso tempo verbale, oppure, per sottolineare lo stacco tra le due azioni, se ne possano selezionare due distinti?
Elenco il primo gruppo di esempi in cui ho incrociato i tempi del passato remoto e del trapassato prossimo (tra parentesi ho inserito anche la variante del trapassato remoto che, in teoria, non dovrebbe differire dal precedente sul piano dei rapporti temporali in oggetto).
1. Avevamo camminato (Avemmo camminato) finché non raggiungemmo la meta.
2. Camminammo finché non raggiungemmo la meta.
3. Camminammo finché non avevamo raggiunto (avemmo raggiunto) la meta.
Ecco il secondo gruppo:
4. Cammino finché non ho raggiunto la meta.
5. Cammino finché non raggiungerò la meta.
6. Cammino finché non avrò raggiunto la meta.
7. Cammino finché non raggiungo la meta.
RISPOSTA:
Il modo e il tempo richiesti da finché sono stati oggetto di diverse risposte consultabili nell’archivio di DICO: in particolare rimando alla FAQ “Avrei aspettato finché…” e alla FAQ “Fino a che” con il condizionale?.
Nelle sue frasi, inoltre, il soggetto della subordinata è lo stesso della reggente, e questo induce a preferire la costruzione implicita: avevamo camminato / camminammo fino a raggiungere la meta (ma anche fino ad aver raggiunto la meta); cammino fino a raggiungere la meta (o cammino fino ad aver raggiunto la meta).
Immaginando, comunque, due modelli di frasi con i soggetti delle subordinate diverse da quelli delle reggenti, e considerando soltanto il modo indicativo (per l’alternanza con il congiuntivo rimando alle risposte sopra citate), le varianti di frasi da lei proposte sono tutte corrette, con qualche precisazione.
Finché consente di rappresentare l’evento descritto come contemporaneo a quello della reggente (“camminerò finché le gambe mi reggono / reggeranno”). L’anticipazione dell’evento rispetto alla principale risulta meno felice, ma non impossibile: “camminerò finché le gambe mi avranno abbandonato”; “camminammo finché la metà era stata raggiunta”.
L’anticipazione dell’evento rispetto a quello della principale è molto più plausibile con il connettivo finché non (quello da lei usato): “camminerò finché le gambe non mi avranno abbandonato”; “camminammo finché la metà non era stata raggiunta”. Anche in questi casi, comunque, la contemporaneità rimane una scelta corretta: “camminerò finché le gambe non mi abbandonano / abbandoneranno”; “camminammo finché la metà non fu raggiunta”.
L’aggiunta di non rende più legittima l’anticipazione perché rafforza la seguente equivalenza: camminammo finché non = smettemmo di camminare dopo che, quindi camminammo finché la metà non era stata raggiunta = smettemmo di camminare dopo che la metà era stata raggiunta.
Si noti che l’evento della subordinata introdotta da finché non può essere contemporaneo o anteriore a quello della reggente, non posteriore. Non dovrebbe essere possibile, pertanto, costruire la frase come nell’esempio 1, che contiene tempi coordinati in modo opposto. L’esempio si può giustificare soltanto sul piano testuale, se le due proposizioni sono enunciati separati: “Avevamo camminato tanto. Finché non raggiungemmo la meta”. Con questa costruzione, ovviamente, l’identità dei soggetti non crea nessun problema; in questo caso, però, finché non è non una congiunzione sintattica, ma un segnale discorsivo, o connettivo testuale, o connettore.
Nel secondo blocco di esempi, infine, si noti che il presente non può che avere sempre funzione di futuro (cammino = camminerò). La congiunzione finché (non), infatti, proietta automaticamente l’azione della reggente nel futuro, anche quando il verbo al suo interno è al passato: camminammo finché = passammo un certo tempo a camminare finché.
Fabio Ruggiano