QUESITO:
Vi scrivo a proposito dell’aggettivo grande: quando è obbligatorio e quando è facoltativo il troncamento di questo aggettivo?
RISPOSTA:
L’apocope, o troncamento, di grande è uno dei due casi di apocope sillabica esistenti nell’italiano moderno (l’altro è san(to) Tommaso). Si può realizzare, ma non è obbligatoria, davanti alle parole che cominciano per consonante semplice: gran / grande velocità, gran / grande signore, anche plurali e femminili: gran / grandi lettori, gran / grandi lettrici.
La forma gran è obbligatoria soltanto in alcune espressioni cristallizzate, come a gran voce, di gran lunga, un gran che, una gran cosa, gran parte, gran premio e qualche altra. Per questo motivo, quando viene usata può far assumere al sintagma un significato figurato; per esempio: grande signore = ‘persona dalle doti eccezionali’ / gran signore ‘persona che vive spendendo molto’.
Davanti a parole che cominciano per consonante complicata (sc-, st-, ps-, gn-) e z- si usa grande: grande scempio, grande stratega, grande psicologo, grande zaino.
Davanti a parole che cominciano per vocale si usa ancora grande oppure la forma elisa grand’: grand’uomo, grand’affare, grand’effetto. La forma elisa può essere usata soltanto al singolare; al plurale è obbligatoria la forma piena grandi: grandi affari, grandi effetti. Soltanto grand’uomo ammette il plurale grand’uomini (comunque raro), perché questa espressione è cristallizzata, tanto che si può scrivere anche granduomini.
Fabio Ruggiano
Fabio Rossi