I sinonimi vanno usati con ponderazione

Categorie: Lessico e fraseologia, Semantica

QUESITO:

Ho fatto una ricerca sui sinonimi di moderazione e ho trovato su diversi dizionari di sinonimi e contrari i termini ponderatezza e ponderazione. Posso considerarli validi? Lo stesso vale per i verbi ponderare e moderare?

 

RISPOSTA:

In astratto tanto ponderatezza quanto ponderazione possono essere usati come sinonimi di moderatezza. Bisogna, però, ricordare che non c’è mai identità di significato tra le parole: bisogna valutare di volta in volta qual è il significato attribuito nel testo specifico alla parola. Non a caso, infatti, i dizionari propongono quasi sempre più di un sinonimo, ognuno dei quali riflette uno dei significati possibili della parola che vogliamo sostituire. Nel suo caso particolare, consideri che moderazione è, in generale, la qualità di chi agisce rimanendo all’intero dei limiti comunemente ritenuti normali. Ponderatezza, invece, è la capacità di soppesare le conseguenze, che di solito porta alla moderazione, ma può portare anche all’inattività, oppure, al contrario, a un comportamento consapevolmente non moderato. Ponderazione, infine, è l’atto di ponderare, ovvero l’applicazione a una situazione specifica della capacità della ponderatezza.
La vicinanza semantica individuata tra ponderazione e moderazione si rispecchia nella relazione tra ponderare e moderarsi (non moderare). Bisogna, però, considerare che ponderare richiede un complemento oggetto (si può anche usare in modo assoluto, ma con il significato generico di ‘pensare, riflettere’), mentre moderarsi no.
Moderarsi indica l’atteggiamento di chi controlla i propri impulsi per mantenere il proprio comportamento all’interno dei limiti considerati normali. Alla base di moderarsi c’è, ovviamente, moderare, che significa ‘mantenere qualcosa entro i limiti considerati normali’ e si usa con parole che indicano oggetti quantitativamente variabili, come la velocità o le spese, oppure con termini che indicano moti psicologici potenzialmente eccessivi, come l’ira o l’entusiasmo, o ancora con le parole, nel senso, figurato, di ‘esprimere in modo indiretto concetti che potrebbero offendere’. Si usa spesso anche con riferimento a convegni, dibattiti o simili, per definire l’attività del moderatore, ovvero dare la parola ai relatori, stabilire i tempi degli interventi, evitare che il botta e risposta degeneri in rissa ecc.
Ponderare, al contrario, è accompagnato da parole che hanno a che fare con valutazioni da cui dovrebbero scaturire decisioni: si possono ponderare le opzionile alternativei pro e i contro e simili.
Per moderarsi è spesso necessario ponderare le alternative e valutare le conseguenze delle proprie azioni. Ma è anche possibile ponderare le alternative e poi decidere di non moderarsi affatto.
Ponderare e moderare possono avere come oggetto le paroleModerare le parole e ponderare le parole, però, non descrivono la stessa azione: la prima espressione significa ‘parlare in modo indiretto per non provocare l’interlocutore’; la seconda ‘riflettere sulle possibili parole adatte al contesto per scegliere quelle più adatte’. Potremmo dire, semplificando, che prima si ponderano le parole per poterle, poi, moderare. Ma è anche possibile che le parole vengano ponderate proprio per non moderarle, ma per esprimere con chiarezza il proprio pensiero.
Fabio Ruggiano

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