Il pronome che coinvolge

Categorie: Morfologia, Semantica, Sintassi

QUESITO:

vorrei chiedervi se, in determinati casi, le soluzioni con ci (e non solo) e si, a seconda del messaggio implicito che veicolano, possano coesistere.  
Ecco gli esempi elaborati:  
1. Ho chiamato il consulente per sapere come muoverci.
2. Ho chiamato il consulente per sapere come muoversi.
3. Dico una cosa, tanto per capirci.
4. Dico una cosa, tanto per capirsi.
5. So quand’è il momento di fermarci.
6. So quand’è il momento di fermarsi.
7. Il nostro obiettivo è rialzarci.
8. Il nostro obiettivo è rialzarsi.
9. Il concetto, per intenderci, è “parlare meno e pensare di più”.
10. Il concetto, per intendersi, è “parlare meno e pensare di più”.
11. Quando guardo le partite di calcio sono agitato: è tutto un alzarmi e rimettermi a sedere.
12. Quando guardo le partite di calcio sono agitato: è tutto un alzarsi e rimettersi a sedere.
Le costruzioni con ci e mi sopra elencate possono essere validate sottintendendo la componente, per così dire, particolare dell’azione, con ricadute specifiche sul soggetto? Per sapere come muoverci = ‘come ci dobbiamo muovere’; per capirci = ‘affinché noi ci capiamo’; di fermarci = ‘in cui noi ci dobbiamo fermare’; alzarmi e rimettermi a sedere = ‘io mi alzo e mi rimetto a sedere’, non qualcun altro.
Al contrario, le costruzioni con si possono essere validate per la funzione generica che potrebbero rivestire, come se fossero espressioni cristallizzate? Per sapere come muoversi = ‘come è opportuno muoversi in questi casi’; per capirsi = ‘affinché si possa capire’; di fermarsi = ‘in cui, in generale, ci si debba fermare’; alzarsi e rimettersi a sedere = ‘ci si può alzare e rimettersi a sedere, e quando ci sono le partite sono io a farlo’.

 

RISPOSTA:

La sua riflessione è in generale corretta: la possibilità di costruire le frasi nei due modi rispecchia le funzioni standard dei pronomi: ci riferisce le azioni a noi (l’emittente e un’altra persona o altre persone), si le riferisce a una generalità impersonale di cui, in modo molto sfumato, fa parte anche l’emittente. La sua analisi delle singole frasi, però, non è sempre corretta: dalla stessa riflessione, infatti, deriva che alcune delle frasi da lei proposte non ammettano entrambi i pronomi, perché sono in partenza riferite senz’altro a un gruppo che contiene l’emittente. In particolare non sono ben formate la 4 e la 8, mentre la 10 è al limite dell’accettabilità (grazie al fatto che manca il verbo alla prima persona, che, invece, è nella 4). La 12 è accettabile, ma ha un significato del tutto diverso dalla 11: in quest’ultima alzarmi e rimettermi a sedere descrivono il comportamento dell’emittente e spiegano, quindi, in che senso egli sia agitato; nella 12, alzarsi e rimettersi a sedere descrivono il comportamento di tutte le persone presenti nella situazione, compreso (ma non per forza) l’emittente, e quindi non sembrano avere la stessa funzione logica di alzarmi e rimettermi a sedere. L’interpretazione più probabile per questa frase è, piuttosto, che il comportamento delle persone rappresenti il motivo per cui l’emittente si agita.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Pronome, Verbo
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