QUESITO:
Vorrei sottoporvi questa frase: “Secondo me il problema è male impostato da questo folcloristico personaggio (e dico folcloristico per usare un eufemismo)”.
Ritengo che ci sia qualcosa da ridire su quel dico folcloristico per usare un eufemismo, ovviamente non sul piano del significato pragmatico, bensì su quello della logica espressiva. Sembrerebbe infatti che lo scrivente, spinto dal desiderio, fine a sé stesso, di usare eufemismi, ricorra al termine folcloristico così come sarebbe potuto ricorrere anche ad altri termini, pur di raggiungere la sua finalità: usare eufemismi. Ciò non avrebbe alcun senso, altera il significato della frase che, ovviamente, esprime l’intenzione di stemperare un insulto e non il piacere di usare eufemismi.
Quindi, per accordare il piano pragmatico con quello logico, sarebbe meglio, a mio avviso, dire e uso un eufemismo quando dico folcloristico.
RISPOSTA:
La proposizione finale per usare un eufemismo lascia chiaramente intendere che l’uso dell’eufemismo non sia fine a sé stesso, come lei suggerisce, ma sia a sua volta il mezzo per ottenere uno scopo ulteriore, che è quello di non offendere esplicitamente la persona di cui si sta parlando (facendo, quindi, capire che si intende offenderla).Se così non fosse, non ci sarebbe alcuna ragione di precisare lo scopo dell’uso lessicale.
La sua osservazione si ferma al piano del significato superficiale e trascura il senso che l’espressione assume nel contesto in cui è usata; un senso allusivo, implicato. La sua variante della proposizione, si noti, non sposta di molto la questione; se, infatti, interpretassimo la sua proposizione soltanto dal punto di vista del significato otterremmo una descrizione metalinguistica dell’aggettivo folcloristico, del tutto ingiustificata nel contesto (al pari della proposizione finale). L’unico modo per giustificare la sua precisazione è supporre che essa abbia un secondo fine, che torna a essere quello implicato dalla proposizione finale.
Fabio Ruggiano