QUESITO:
In varie grammatiche e anche da parte di autorevoli fonti online viene asserito che l’uso dell’agente nelle frasi passive formate con il verbo andare sia scorretto grammaticalmente e da evitare. Mi pare però che si possa dire: “Non riesco a riparare questa presa, è un lavoro che va fatto da un elettricista” (nel senso che il guasto deve essere riparato da una persona competente, che ha le conoscenze e i mezzi per farlo) oppure “Il paziente va visitato da un cardiologo, che può fare una diagnosi più precisa”, o ancora “I macchinari vanno usati solo dal personale autorizzato”.
Capisco che si possa usare la forma deve essere o devono essere al posto del verbo andare e così si risolve il dilemma, ma non capisco perché l’agente non può essere espresso nella forma passiva col verbo andare. Inoltre capisco anche che dire, per esempio, “La camera va pulita” non implica per forza l’uso di un agente, l’importante è che la camera venga pulita, non da chi, ma nel primo esempio sopra, se si deve togliere l’agente (visto che sarebbe grammaticalmente scorretto), la frase non ha quasi più senso: “Non riesco a riparare questa presa, è un lavoro che va fatto”. Chiaro, il lavoro va fatto, ma io non intendevo esattamente questo e non sarebbe neanche urgente riparare la presa, posso usarne un’altra temporaneamente e quindi non c’è un’impellenza nel doverla riparare, se invece dico che “va riparata da uno che se ne intende (o che è capace)”, sottolineo chi deve fare il lavoro (un professionista competente) e non l’urgenza nel doverlo fare.
RISPOSTA:
La perifrasi andare + participio passato è di norma non accompagnata dal complemento di agente. L’inserimento di un complemento d’agente non è vietato da una regola esplicita; nell’uso medio, però, è nettamente sfavorito. Le attestazioni di andare + participio passato + complemento d’agente, comunque minoritarie, sono caratteristiche dello scritto poco sorvegliato e del parlato.
Proprio l’incompatibilità percepita con il complemento d’agente favorisce l’uso di questa perifrasi in contesti che ammettono, o richiedono, l’omissione di questa informazione. Il caso più tipico è quello in cui il parlante vuole caratterizzare un obbligo come non limitato a un destinatario preciso, ma generale (e di conseguenza non negoziabile): “Il pagamento va effettuato entro il primo del mese”. Per questo motivo, questa costruzione è frequente in testi scritti di ambito giuridico e amministrativo.
Fabio Ruggiano