QUESITO:
Stavolta il dubbio è emerso durante la lettura della FAQ Ancora su… Condizionale o congiuntivo?.
L’utente cita l’interrogativa indiretta «Vorrei sapere se fosse possibile».
Vi chiedo questo: in un contesto presente non si dovrebbe usare il congiuntivo «sia»?
Dato che «fosse» non dipende direttamente da «vorrei» bensì da «sapere», non è interpretabile come passato? Forse è erronea, ma l’equivalenza che si è formata nella mia testa, a proposito del suddetto esempio, è questa: «fosse» = «era»; «sia» = «è». Tanto per chiarire il mio pensiero: chiamo un negozio di alimentari e domando: «Vorrei sapere se (oggi) sia/è possibile usare presso di voi un buono pasto». Non
mi verrebbe mai di formulare la stessa domanda impiegando l’imperfetto, sia esso congiuntivo o indicativo. Chiaramente la questione cambierebbe se al posto di «vorrei» avessimo il frequente «volevo», non con funzione di imperfetto di cortesia, ma con valore prettamente temporale: così il «fosse» giocherebbe un
ruolo ben diverso. «(Un anno fa) volevo sapere se presso il negozio XXX fosse possibile usare un
buono pasto.»
RISPOSTA:
Le ragioni per cui in dipendenza da vorrei è meglio usare il congiuntivo imperfetto piuttosto che il presente si trovano nella FAQ di DICO Modi e tempi richiesti da “vorrei”. Ancor più diffusamente Luca Serianni spiega il problema a p. 63 del suo Prima lezione di grammatica, Roma-Bari, Laterza, 2006, che qui trascrivo:
“Il condizionale presente, qui oltretutto proiettato sul futuro, può ben indurre la tentazione di un congiuntivo presente nella completiva; invece il condizionale di volere e di altri verbi indicanti un desiderio, un’aspirazione, una necessità richiede la reggenza tipica dei verbi al passato: se usa il condizionale, il parlante mostra di credere poco alla realizzabilità del proprio desiderio, lo dà quasi come fosse già alle spalle”.
Fabio Rossi