Il condizionale nella soggettiva

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

Mi pare che, al di là di può darsi potrebbe darsi, siano numerosi i sintagmi che, pur introducendo una soggettiva, sono incompatibili con il condizionale. Mi vengono in mente è / sarebbe impossibile opportuno inaccettabile che ecc. Vorrei a questo punto formulare un paio di domande al riguardo.
Quando le soggettive ammettono il condizionale e quando invece questo modo originerebbe una costruzione scorretta? Se, ad esempio, la frase posta dall’utente fosse stata costruita diversamente, quale sarebbe stato il risultato a livello sintattico?
Se fosse organizzato uno sciopero, è / sarebbe impossibile che [rimanere] a casa.
Se fosse organizzato uno sciopero, è / sarebbe impensabile che [rimanere] a casa.
Un’ultima domanda, il tempo del congiuntivo in una soggettiva cambia o può cambiare in base a quello con cui è costruita la reggente. Come riportato sopra, la scelta tra è e sarebbe è condizionante?
È probabile che venga / Sarebbe probabile che venisse?

 

RISPOSTA:

Non ci sono restrizioni sintattiche all’uso del condizionale nella soggettiva; semplicemente è incoerente descrivere un evento come condizionato (quindi possibile, aleatorio) nella soggettiva quando nella reggente si dichiara che quell’evento è vietato oppure necessario. Di conseguenza, le espressioni che esprimono divieto o necessità e reggono una soggettiva rifiutano il condizionale. Al contrario, le espressioni che esprimono dubbio (con le mille sfumature possibili) lo ammettono; è il caso della seconda frase: è / sarebbe impensabile che rimarrei a casa.
Alle espressioni che esprimono divieto può essere assimilata anche è impossibile, che, però, esercita un rifiuto meno netto del condizionale (rispetto, per esempio, a è vietato). Il condizionale, per esempio, sarebbe accettabile nella prima delle due frasi: è / sarebbe impossibile che rimarrei a casa.
Per quanto riguarda la seconda domanda, lei confonde il tempo con il modo, se capisco bene: si chiede, infatti, se l’alternanza di è (indicativo presente) e sarebbe (condizionale presente) nella reggente provochi conseguenze nella scelta del tempo della subordinata soggettiva. La risposta è che in generale il presente nella reggente funziona allo stesso modo ai fini della consecutio a prescindere dal modo. C’è, però, un’eccezione, che riguarda i verbi che esprimono desiderio, necessità, opportunità: questi verbi al condizionale presente nella reggente si comportano come tempi del passato. Per questo motivo abbiamo:
È / Sarebbe probabile che venga.
Ma:
È meglio che venga / Sarebbe meglio che venisse.
Un approfondimento di questa particolarità della reggenza si può leggere nella risposta “Vorrei” usare il tempo giusto del congiuntivo dell’archivio di DICO.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Verbo
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