QUESITO:
All’interno di un periodo è ammesso il passaggio dal futuro al presente del modo indicativo per indicare azioni che non hanno evidenti differenze sul piano temporale?
“Quando ti farò l’occhiolino, capirai che è il momento di agire”.
“Quando vedrai la luna piena, sappi che è il segno di Cupido per rivelarle i tuoi sentimenti”.
“Se noterai la mia auto, significa che dovrai uscire allo scoperto”.
È comunque praticabile la scelta di flettere i verbi, che in questi esempi sono al presente, al futuro, o, così facendo, paradossalmente, il rapporto tra reggente e subordinata rischierebbe di essere giudicato di posteriorità (anziché di contemporaneità nel futuro)?
“Quando ti farò l’occhiolino, capirai che sarà il momento di agire”.
“Quando vedrai la luna piena, sappi che sarà il segno di Cupido per rivelarle i tuoi sentimenti”.
“Se noterai la mia auto, significherà che dovrai uscire allo scoperto”.
RISPOSTA:
Nelle prime due frasi, il dubbio sul tempo riguarda una proposizione oggettiva, che riporta il pensiero della persona a cui ci si sta rivolgendo. In questo contesto, il futuro mantiene inalterato il punto di vista dell’emittente, rispetto al quale tutti gli eventi e gli stati sono futuri; il presente, invece, sposta per un attimo la prospettiva da quella dell’emittente a quella del ricevente, per il quale gli stati dell’essere in entrambe le frasi sono attuali. Con il presente, quindi, si forma un discorso indiretto libero: la costruzione delle due frasi diviene simile a capirai: “È il momento di agire” e sappi: “È il segno di Cupido”.
Nella terza frase, il dubbio riguarda la principale, per cui il passaggio al presente risulta meno giustificabile; in questo caso il presente rappresenta una scelta semplificatrice, che abbassa la formalità della frase. In un tipo di frase del genere, il presente potrebbe anche indicare (ma non è questo il caso) un evento valido in assoluto, a prescindere dal momento; per esempio: “Se vedrai le foglie della pianta ingiallite, significa che la pianta sta morendo”; oppure, per rimanere vicini alla sua frase: “Se noterai la mia auto, significa che sei un ficcanaso”. Si noti che se si usa il presente nella principale, il ritorno al futuro nella oggettiva risulta molto artificioso.
Un futuro dipendente da un futuro può indicare un momento ancora più lontano nel futuro, ma questo dettaglio non è codificato nella coniugazione verbale, bensì si ricava dalla logica e dalla sintassi. Due futuri semplici, infatti, non precisano il loro rapporto relativo: quest’ultimo emerge dal contesto. Per esempio, nella prima frase, capirai che sarà il momento di agire può indicare tanto che il momento di agire segua immediatamente il momento del capire (quindi sia praticamente contemporaneo), quanto che lo segua in un futuro più lontano. Senza ulteriori specificazioni temporali, comunque (per esempio capirai che l’indomani sarà il momento di agire), l’interpretazione più immediata è quella quasi-contemporanea.
Fabio Ruggiano