Il patrimonio archivistico del Centro Internazionale di Studi Umanistici si è venuto formando per progressive acquisizioni nel corso dell’attività di ricerca e editoriale svolta nell’arco di un quarantennio. Oltre a una dotazione di più di 3000 riproduzioni su microfilm/CD di manoscritti e stampe antiche, e alla collezione completa delle microfiche di Incunabula. The Printing Revolution in Europe. 1455-1500 (Primary Source Media/Thomson Gale, 1992-), il Centro custodisce inoltre Fondi di persona di grande rilevanza per l’Umanesimo e storia della cultura europea, che coltiva e promuove sul territorio e a livello internazionale.
Fondo Carlo Dionisotti
Tra i maggiori maestri del Novecento letterario italiano, Carlo Dionisotti, formatosi alla scuola di Vittorio Cian nella facoltà di Lettere di Torino degli anni Venti del Novecento, dove ancora bruciavano gli ultimi fuochi della scuola storica, ha coniugato l’istanza etico-politica della storia, peculiarmente crociana, con l’attenzione rivolta ai diversi sviluppi di lingue e culture nei vari ambienti italiani. La sua sfera d’indagine è stata prevalentemente la letteratura italiana antica e, in particolare, la temperie rinascimentale con le sue complesse trasformazioni linguistiche.
Vincenzo Fera, Carlo Dionisotti, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Storia e politica, Roma, Ist. della Enciclopedia Italiana, 2013, 729
Il Fondo è stato donato al Centro Internazionale di Studi Umanistici da Anna Carlotta Dionisotti nel 2008 ed è custodito in una saletta dedicata della Biblioteca del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne. Si articola in tre serie documentarie tra loro profondamente integrate: Archivio, Corrispondenza e Miscellanea di studi. L’Archivio è costituito da 6 schedari metallici con appunti bibliografici organizzati dallo studioso in ordine alfabetico, da 6 raccoglitori più antichi organizzati tematicamente, e da una serie cospicua di plichi contenenti varia documentazione relativa a pubblicazioni di Dionisotti, a sue ricerche avviate e non sempre concluse o a particolari eventi della sua vita accademica. La serie Corrispondenza si compone di un numero imponente di lettere (circa 9.000 documenti), che vanno dal 1924 al 1998. La Miscellanea di studi consta di circa 6.000 unità dalla natura bibliologica alquanto eterogenea (estratto da rivista o da altra pubblicazione; bozze di stampa con correzioni; fotocopie o serografie; dattiloscritti di conferenze; volumi monografici; annate di riviste scientifiche; ecc.). Il Fondo, in anni recenti, si è ulteriormente arricchito di un numero ingente di estratti, plichi con documenti personali e fotografie, e soprattutto della vastissima corrispondenza famigliare.
Nel 2021 il Centro ha inaugurato il ‘Progetto Carlo Dionisotti’ in collegamento con una rete nazionale e internazionale alla quale partecipano studiosi dell’opera e della figura dionisottiana per promuovere a tutti i livelli la ricerca, anche al di là della filologia e dell’Italianistica stricto sensu, nella sfera storico-politica, linguistica e storico-artistica.
- D. nasce a Torino il 9 giugno 1908 da famiglia borghese, originaria del vercellese. Dopo le scuole secondarie nell’Istituto sociale di Torino, si laurea con Vittorio Cian discutendo una tesi intitolata Saggio di studi sulle Rime di Pietro Bembo (1929). Tra il 1932 e il 1943 è insegnante di latino e storia in istituti magistrali di Vercelli e Torino e dal 1939 in licei di Roma. Dopo aver conseguito la libera docenza in Letteratura italiana nel 1937, è assistente di Enrico Carrara al Magistero di Torino e supplente a Lettere del poeta Francesco Pastonchi. Nel 1941-43, mentre insegna al liceo Virgilio di Roma, inizia a collaborare con l’Istituto della Enciclopedia Italiana per il Dizionario biografico degli Italiani. Comandato nel 1943 presso l’Istituto di studi germanici, negli anni 1944-46 è assistente di Natalino Sapegno all’Università di Roma. Nello stesso tempo è attivo sui giornali della Resistenza, collabora con Giustizia e libertà e con il Partito d’azione. Tutto questo periodo è caratterizzato da una ricca serie di recensioni e annunci bibliografici che compaiono soprattutto sul «Giornale storico della letteratura italiana»; l’opera che assorbe le sue maggiori energie è la compilazione degli Indici del «Giornale storico» affidatigli da Cian. Nel 1947 concorre a un posto di lecturer di italiano presso l’Università di Oxford, con una reference letter di Benedetto Croce, e a Oxford rimane fino al 1949, quando diventa professor di italiano al Bedford College di Londra, dove insegna sino al pensionamento nel 1970. La prolusione, Geografia e storia della letteratura italiana, pronunciata il 22 novembre 1949 («Italian studies», 1951), segnerà profondamente l’Italianistica. L’episodio certamente più significativo, a partire dal 1958, è la fondazione e la direzione con Giuseppe Billanovich, Augusto Campana e Paolo Sambin della rivista «Italia medioevale e umanistica». È morto a Londra il 22 febbraio del 1998.
RISORSE
FERA, Il Fondo Carlo Dionisotti nell’Università di Messina
GIONTA, Il Progetto Carlo Dionisotti
CARLOTTA DIONISOTTI, Epilogo
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Fondo Giuseppe Morabito
Viene a trovarmi Giuseppe Morabito, un calabrese che insegna in un liceo di Messina. Non è filologo, non aspira a onori o cattedre. Si contenta, nelle ore di riposo, di poetare in versi latini. Mi porta alcuni suoi carmi: uno fu premiato ad Amsterdam (Mysteria rerum). È commovente pensare a quest’uomo mite e solitario che in mezzo al moderno mondo sconvolto passa il tempo a rifare Ovidio o Pontano. È l’ultimo degli umanisti.
Giovanni Papini, Diario, Firenze, Vallecchi, 1962, p. 560
Depositato presso il Centro Internazionale di Studi Umanistici nel ***, il Fondo contiene materiali relativi alla fervida attività critica e poetica di Giuseppe Morabito insieme a una parte della sua biblioteca personale. Alle cure del Centro è affidato anche il Fondo librario custodito e amministrato dalla Biblioteca del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, che conserva, oltre a una raccolta di volumi di poesia latina del Novecento pressoché unica nel suo genere, la collezione completa degli opuscoli dell’Accademia reale olandese delle arti e delle scienze con i componimenti premiati al Certamen poeticum Hoeufftianum di Amsterdam (1845-1978), una Miscellanea con estratti e rare edizioni originali di poesia neolatina che Morabito riceveva direttamente dai rispettivi autori, nonché varie riviste (annate o serie complete) specializzate nel campo della moderna poesia in lingua latina. A Giuseppe Morabito il Centro nel 2001 ha dedicato un Convegno i cui risultati sono stati pubblicati nel volume…
- M. nasce a Reggio Calabria il 7 gennaio 1900. Dopo i primi studi nel seminario diocesano di Mileto sotto la guida dello zio vescovo suo omonimo, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli, dove si laurea con una tesi sul poeta neolatino Diego Vitrioli. Decisivo per la sua formazione culturale è l’incontro, nel 1925, con il latinista toscano Alfredo Bartoli, tre volte medaglia d’oro al Certamen Hoeufftianum di Amsterdam, già professore all’Università di Malta e poi docente liceale in Italia: tra i due si instaura un intenso rapporto d’amicizia tanto che Bartoli affida all’amico parte del proprio archivio personale e della propria biblioteca poi confluiti, insieme al lascito di Morabito, nei fondi della Biblioteca Regionale Universitaria ‘G. Longo’, della Biblioteca del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne e del Centro Internazionale di Studi Umanistici. Dopo la laurea Morabito si dedica all’insegnamento liceale tra Calabria e Sicilia e parallelamente alla composizione di versi e prose in lingua latina, con cui ottiene premi e riconoscimenti nei maggiori concorsi internazionali (Certamen Hoeufftianum: 2 medaglie d’oro e 18 menzioni d’onore; Certamen Vaticanum: 9 vittorie per la poesia e 2 per la prosa; Certamen Capitolinum: 2 magnae laudes per la poesia e 3 primi premi per la prosa) e si afferma come uno dei migliori scrittori neolatini del Novecento.
RISORSE
Testimonianze
La poesia latina
Catalogo della Miscellanea (forthcoming)
Carmina Hoeufftiana (forthcoming)
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Fondo Filippo Di Benedetto
Bastava essergli accanto mentre stava studiando un codice e cogliere l’improvviso bagliore che attraversava gli occhi color pervinca, regalo di sua madre slovena, mentre scrutavano nel libro. Era come se egli riuscisse a leggere quello che sulla superficie non affiorava; una volta ho ricordato guardandolo le parole del poeta: «e fu chi vide vagabonde larve / dove altri scorse fanciullette a sciame»; la pagina di un manoscritto che presentava un groviglio di scritture e di inchiostri stratificati era come una foto sfocata, le cui immagini Filippo era in grado di ricomporre con contorni nitidi e precisi. […] Di carta in carta, di appunto in appunto sul filo di una memoria prodigiosa: ‘sai, ho trovato una nuova epigrafe di Ciriaco, ho scoperto che egli ha sostato davanti alla porta dei leoni a Micene, novità su Antonio Cassarino, su un lessico importante per la storia delle lingue slave, note greche di Filelfo alla Commedia’, etc. Un mai interrotto colloquio con gli antichi che ha quotidianamente scandito un’intera vita.
Vincenzo Fera, Premessa, in Vetustatis indagator. Scritti offerti a Filippo Di Benedetto, Messina, CISU, 1999, pp. V-VI
Donato al Centro Internazionale di Studi Umanistici nel 2021, il Fondo si compone del vasto Archivio di lavoro di Filippo Di Benedetto (schedari, appunti, bozze e materiali di ricerca), della Corrispondenza più recente (dagli anni ’80 ai primi Duemila), della Miscellanea di studi con estratti pertinenti ai suoi interessi di ricerca (spesso copiosamente postillati) e dell’hard-disk del suo personal computer. Nel 2022 il Centro ha inoltre acquisito dal mercato antiquario alcuni libri appartenuti allo studioso, anche questi con tracce di lettura. Al fine di valorizzare questo lascito, in seno al Centro si è composto il Gruppo di ricerca ‘Archivio Filippo Di Benedetto’, che ha esposto i primi risultati nel seminario Filippo di Benedetto tra Boccaccio e Ciriaco d’Ancona. Seminario di studi nel decennale della morte, (Accademia Peloritana dei Pericolanti, 6-7 dicembre 2022).
Filippo Di Benedetto nasce a Catania il primo di marzo 1922. Ha diretto le Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero di Catania e la Biblioteca Universitaria di Messina. Trasferitosi a Firenze, è stato responsabile della Sezione Manoscritti prima della Biblioteca Medicea Laurenziana, poi della Biblioteca Nazionale. Profondo conoscitore delle lingue e delle letterature classiche, ha coltivato nei suoi studi numerose linee di ricerca, dalla storia del libro antico all’indagine filologica, dalla paleografia alla tradizione epigrafica in età umanistica. Ha tenuto corsi negli atenei di Catania (Grammatica greca e latina), Firenze (Paleografia greca) e Trento (Paleografia latina). Si è spento a Firenze il 23 dicembre 2012.
RISORSE
Vetustatis
Schedari (forthcoming)
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Fondo Nicholas Mann
In corso di acquisizione
Fondo Giacomo Ferraù
In corso di acquisizione