E’ stata inaugurata questo pomeriggio, presso la Sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti (nel plesso del Rettorato), la mostra “Tot homines, tot Siciliae – La collezione cartografica dell’Università di Messina”, promossa dall’Accademia Peloritana dei Pericolanti e dall’Ateneo, curata dalla geografa, prof.ssa Corradina Polto. I visitatori della mostra, che sarà aperta dal 21 al 30 novembre (lun.- ven. ore 9-13 e ore 15-17; sab. ore 9.30-13) potranno ammirare – per la prima volta – le stampe, in possesso dell’Ateneo, che riproducono la Sicilia. In particolare, le carte esposte sono provenienti dalla raccolta creata dall’ing. Cesare Zipelli, uomo dalle grandi capacità professionali e notevoli doti culturali, e si riferiscono ad un ampio arco temporale (secc. XVI-XIX), ripercorrendo idealmente le tappe più importanti della storia cartografica in età moderna e contemporanea.
Al taglio del nastro il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, ha affiancato la sig.ra Isabella Impellizieri, nipote dell’ing. Zipelli.
“Si tratta indubbiamente – ha commentato il Rettore – di una mostra cartografica di grande rilevanza e l’auspicio è quello di poter mettere a disposizione appositi locali dell’Ateneo per fare in modo che possa essere allestita e ammirata in maniera permanente. Si potrebbe anche valutare la possibilità di far stampare un catalogo, da donare a coloro i quali nel tempo faranno visita all’Università di Messina”.
Il prof. Giovanni Cupaiuolo, Vicepresidente dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Si tratta di un’occasione unica che permetterà ai cultori della cartografica di ammirare cinquanta stampe relative alla Sicilia e, contestualmente, alla sua storia. L’itinerario della mostra è davvero interessante e racconta, in modo univoco, diversi periodi della nostra Isola.
“In maniera molto lucida e ponderata – ha aggiunto la curatrice, prof.ssa Polto – seguendo il processo evolutivo della produzione cartografica nei secoli, la mostra ripercorre tappe fondamentali. La sua valenza è rafforzata dalla presenza di carte esposte che sono poco conosciute e rivelano, perciò, testimonianze preziosissime. Un valido esempio di ciò è rappresentato dalla stampa riguardante l’Isola Ferdinandea, che ora non esiste, ma che affiorò nel 1831 nel Canale di Sicilia, a causa di un’eruzione sottomarina”.
Nella sua interezza, la mostra ripercorre istantanee temporali molto significative che vanno dalla riscoperta e divulgazione a macchia d’olio della Geografia di Tolomeo all’evoluzione delle acquisizioni scientifiche che consentirono l’elaborazione di carte geografiche sempre più corrette, come la fioritura di Atlanti, di Isolari, di “Teatri di città”. La ricchezza della storia cartografica siciliana si spiega, inoltre, alla luce del ruolo strategico di equilibrio, fra forze contrapposte, assunto dall’isola per la sua posizione centrale nel mediterraneo. Difatti, le vicende che l’hanno segnata sono state il riflesso di quelle europee, per cui è stata teatro ora dell’affermazione ora del declino dei gruppi umani che nel tempo si sono mossi alla sua conquista.