Anche Dante, Manzoni e moltissimi altri autori scrivevano “ma però”

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Ma e però svolgono non soltanto la funzione di congiunzioni avversative, ma anche quella di segnali discorsivi, ovvero servono per introdurre un testo, scandirne le fasi, indicare il passaggio da un piano del discorso a un altro. In altre parole, servono a modulare il discorso, rendendolo più coeso, fluido e scorrevole. Per questo motivo, spesso si può iniziare un testo con un ma, senza necessariamente volersi contrapporre a quanto detto prima, dal momento che quel ma, in questo caso, non funge da congiunzione avversativa, bensì da segnale discorsivo. La lingua dei giornali, ma anche la lingua letteraria e quella di tutti i giorni, fa un grande uso di questa funzione: «Ma l’aereo parte o no?» (repubblica.it, 2011).
Quando, oltre alla funzione di segnale discorsivo, si vuol anche indicare una contrapposizione a quanto detto in precedenza, può essere utile affiancare al ma discorsivo un però avversativo: «[Mirandolina:] Oh! non ho altro di buono, che la sincerità. [Cavaliere:] Ma però con chi vi fa la corte sapete fingere» (Goldoni).
Naturalmente, non sfugge l’effetto di pesantezza prodotto da tale coppia di elementi, ragione per la quale è bene non abusare di ma però.