Il tutore legale come “maestro”? Riflessioni pedagogiche sui percorsi di affiancamento ai minori migranti soli

3 maggio lunedì                                                                                        17.00|18.00

Fabio ALBA

Università degli Studi di Palermo

Il titolo della seguente proposta: Il tutore legale come “maestro”? Riflessioni pedagogiche sui percorsi di affiancamento ai minori migranti soli, può apparire, di per sé, un po’ provocatorio. La scelta non è casuale. L’intento infatti è quello di offrire la possibilità di una riflessione, dal punto di vista pedagogico, su una figura, tanto antica quanto attuale, di affiancamento che è quella del Tutore legale. Di certo, nel panorama dell’accoglienza, si identifica come una figura “ponte” nel percorso di crescita e di maturazione di molti adolescenti migranti soli. Adesso, i minori migranti soli o non accompagnati rappresentano una delle categorie sociali più vulnerabili del nostro Paese. Dalla letteratura di riferimento e dalle molteplici storie di vita di questi adolescenti «privi di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di adulti per loro legalmente responsabili», Art. 2 Legge 47 del 2017, sappiamo che sono portatori di specifici bisogni educativi. In pedagogia, di notevole interesse risulta essere l’esperienza della tutorialità. Tale esperienza, assunta nei processi educativi e formativi dell’accoglienza, si struttura come una “nuova” forma di affiancamento che mira alla libera e sostanziale capacità di scelta dell’educando, il quale è posto in una condizione propositiva. Partendo dalla figura del Tutore legale volontario, art. 11 della l. n. 47/2017, il quale è indicato dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza come «la chiave di volta della legge», l’asse intorno a cui ruota il sistema italiano di protezione e accoglienza dei minori migranti, il contributo intende riflettere su questa figura che, oltre a farsi interprete dei bisogni del migrante minore solo, offre allo stesso la possibilità di poter dar vita a relazioni di riconoscimento volte ad assicurare anche una dimensione informale dell’aiuto, che è per molti di loro uno strumento di mediazione per l’accreditamento nella società accogliente. Egli, infine, si pone nella relazione educativa e di fiducia come garante e maestro nell’indicare il percorso di vita migliore all’adolescente migrante, ponendosi come vera e propria guida dello stesso.

 

Parole chiave: adolescente migrante solo; affiancamento; tutela legale; maestro, relazione educativa