Vincenza Garibaldi, maestra elementare “esodata” agli albori del Novecento
Università degli Studi de L’Aquila
Il contributo ripercorre la vicenda di Vincenza Garibaldi, settantaquattrenne maestra elementare, rimasta disoccupata ed esclusa dal trattamento pensionistico, arrestata per accattonaggio a Roma nel 1901.
Il sostegno della rivista magistrale “I Diritti della Scuola”, che in specie per mano di uno dei suoi collaboratori più prestigiosi, Federico Di Donato, denunciò il caso, suscitando un vasto movimento di solidarietà – e di Luigi Credaro, nello stesso anno protagonista della nascita del primo sodalizio unitario degli insegnanti elementari italiani, l’Unione Magistrale Nazionale, di cui assunse la presidenza, deputato al Parlamento, che ne fece oggetto di un’interpellanza al Ministro della Pubblica Istruzione, valsero l’assoluzione dall’infamante accusa all’anziana insegnante: la quale però, essendo costretta a lavorare per vivere, nonostante i buoni uffici del periodico e l’impegno personale di Di Donato, dovette subire negli anni successivi una umiliante e straziante altalena di assunzioni e licenziamenti da parte di amministratori locali opportunisti e senza scrupoli.
La vicenda viene ricordata per fare luce su aspetti affatto “eroici” della storia della nostra scuola, in particolare sui limiti della gestione comunale dell’istruzione elementare; e anche in funzione di “memento”, specie per i più giovani, sul significato e sull’importanza della conquista di determinati diritti e sulla necessità di difenderli, non dovendosi e non potendosi considerare come “naturali” né intangibili.
Parole chiave: Scuola elementare, Insegnanti elementari, Novecento, Luigi Credaro, “I Diritti della scuola”.