30 aprile 11.00|12.00
Paolo ALFIERI
Università degli Studi del Sacro Cuore di Milano
Il processo di istituzionalizzazione dell’educazione fisica nella scuola elementare italiana inaugurato con la legge De Sanctis del 1878 coinvolse anche i maestri e le maestre, chiamati ad insegnare una disciplina sostanzialmente estranea ai tradizionali compiti formativi assegnati al curricolo primario, incentrato sulla formazione intellettuale e religioso-morale e poi etico-civile dei fanciulli. Assecondando la prospettiva metodologica assunta dalle ricerche sulla storia della cultura scolastica, il contributo intende documentare se e come le nuove conoscenze e competenze di tipo motorio richieste ai docenti incisero sulla loro identità professionale e sul loro lavoro con gli scolari. L’analisi dei programmi per l’insegnamento dell’educazione fisica negli istituti elementari e normali, dei manuali didattici (quelli di ginnastica, ma anche quelli di pedagogia destinati alla preparazione degli allievi-maestri), di alcune emblematiche fonti letterarie e delle inchieste ministeriali sullo stato dell’istruzione popolare nell’Italia dell’ultimo Ottocento getta luce su di una pagina poco nota della storia della professione magistrale nel nostro paese. Tale affondo tematico consente di riflettere su uno su uno dei più profondi ed evidenti scarti tra le prescrizioni delle norme scolastiche ufficiali e ciò che gli insegnanti potevano o volevano realizzare nella propria attività formativa, e fa emergere come, anche nell’ambito dell’educazione fisica, si riproponessero quelle marcate disparità di genere che caratterizzavano la più generale esperienza personale e lavorativa dei maestri e delle maestre del tempo.
Parole chiave: Maestri elementari, Cultura scolastica, Educazione fisica, Italia, XIX secolo