La pedagogia del Quattrocento italiano. Storia e storiografia educativa dell’Umanesimo (in occasione dell’uscita del dossier degli «Annali di Storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche» vol. XXVII, 2020 su L’Umanesimo riformativo. Leggere, scrivere, vivere nel Quattrocento italiano, a cura di M. Ferrari e G. Tognon)
Università LUMSA di Roma
La storia dell’educazione non può affrontare il capitolo dell’Umanesimo italiano applicando una storiografia sociologica o culturale condizionata da un’idea di modernità che si è costruita sul paradigma della rottura con la tradizione e che tende ad interpretare il passato a partire da categorie «moderniste». Il Quattrocento pedagogico italiano si qualifica, più che per le pur importanti esperienze di Scuole nuove, per una tensione collettiva all’ espressione piena delle virtù umane nei vari aspetti della vita civile. L’ideale di un «Umanesimo civile» e le nuove sperimentazioni filosofiche e letterarie di corte hanno accompagnato il diffuso desiderio di educazione e di protagonismo culturale delle città italiane con una straordinaria innovazione dei linguaggi espressivi che durerà ben oltre la fine della società signorile. È in questo contesto che Eugenio Garin, il nostro massimo studioso dell’Umanesimo, ha aperto una nuova prospettiva sulla storia dell’educazione attraverso una revisione della storiografia filosofica gentiliana e un prezioso lavoro di ricucitura tra la riemersione quattrocentesca degli Antichi e la ricerca moderna di nuovi paradigmi di autorità.