Credetemi sulla fiducia, o sulla fidanza, che è lo stesso

Pubblicato Categorie: La parola che non ti aspetti

Una parola ormai obsoleta, ma ancora registrata dai dizionari dell’uso è fidanza ‘fede, fiducia’, oggi vivente attraverso il verbo derivato fidanzare, usato, in realtà, solamente nella forma reciproca, cioè fidanzarsi (letteralmente ‘darsi fiducia’ o, più prosaicamente ‘scambiarsi un impegno’). Non sono molto lontani, comunque, i tempi in cui fidanzare era un verbo transitivo, e si potevano costruire frasi come “I genitori hanno fidanzato (‘hanno impegnato’) la figlia ad un buon partito”.

Dal verbo fidanzare/fidanzarsi deriva il participio fidanzato/a, che è usato normalmente come nome: il fidanzato, la fidanzata (‘la persona che ha dato fiducia’, o ‘che si è impegnata’).

Fidanza è più antico dei sinonimi che oggi lo hanno rimpiazzato, fede e fiducia. È anche l’unico che non deriva direttamente dal latino, visto che ha fatto un giro largo, passando prima per la Francia. Lì il latino fidĕre ‘fidarsi’ era diventato fier e questo verbo aveva generato il nome fiance ‘fiducia’. I poeti della Scuola siciliana, che tanto amavano la letteratura francese medievale delle Chansons de geste, presero in prestito questa parola adattandola alla loro pronuncia, creando proprio fidanza. Questo avveniva a metà Duecento, poco prima che si cominciasse ad usare il sinonimo fede (dal latino fĭde(m)) e ben due secoli prima che fosse coniato fiducia (dal latino fiducia(m)).
La parola fidanza è stata usata in letteratura, meno nella lingua parlata, fino al Novecento; fin dal Settecento, però, è stata sentita come variante più formale e ampollosa rispetto a fiducia (per fare un esempio: Vittorio Alfieri nelle sue tragedie la usa decine di volte, mentre usa fiducia appena una volta). È a metà Ottocento, comunque, che si decide la sua sorte, e a prendere la decisione è Alessandro Manzoni, che opera una scelta netta in favore di fiducia nel passaggio dalla prima (1827) alla seconda (1840) edizione dei Promessi sposi (neanche a farlo apposta: i fidanzati). Segno chiaro di questa scelta è il seguente passo, dal capitolo 31 del romanzo:
“E la radezza stessa dei casi allontanava il sospetto della peste, confermava sempre più l’universale in quella stupida e micidiale fidanza che peste non ci fosse, nè ci fosse stata pure un momento.” (ediz. 1827)
“E la radezza stessa de’ casi allontanava il sospetto della verità, confermava sempre più il pubblico in quella stupida e micidiale fiducia che non ci fosse peste, nè ci fosse stata neppure un momento.” (ediz. 1840).
Gli autori successivi riposero la loro fiducia in Manzoni e mandarono definitivamente in soffitta fidanza.
Fabio Ruggiano

 

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