Il riferimento di “entrambe”

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Volevo chiedervi una mano per formulare meglio questi testi che ho scritto. Tutto quello che vorrei è evitare le ripetizioni, in modo da non rendere sgradevole la lettura. Nel primo caso, volevo sapere se entrambe può essere usato per sostituire lingua e labbra. Ho usato questo termine anche nel secondo caso, anche se non so se sia giusto usarlo qui. In pratica, avrei potuto usare anche l’espressione: potrei finire appiccato a una (la lingua) o alle altre (labbra), però ho paura di risultare poco chiaro e di causare qualche incomprensione.
Nel caso in cui abbiate ulteriori suggerimenti per riformulare, li accetto ben volentieri. Questi sono i testi:

Immagina che io sia un esserino talmente piccolo da risultare quasi invisibile a occhio nudo e che sia bloccato sulla cima del tuo dito indice, poco meno vicino all’unghia. All’inizio mi tieni molto vicino al tuo viso mentre mi osservi affascinata e sorridi con soddisfazione al pensiero di avermi in tuo possesso; poi mi avvicini sempre di più alla tua bocca, facendomi guardare bene le tue labbra rosse e la tua lingua lunga. In sostanza, ti diverti a usare entrambe per spaventarmi.

Immagina che io sia un esserino talmente piccolo da risultare quasi invisibile a occhio nudo e che sia bloccato sulla cima del tuo dito indice, pressoché vicino all’unghia. Inizialmente mi tieni molto vicino al tuo viso mentre mi osservi affascinata e sorridi con soddisfazione al pensiero di avermi in tuo possesso; poi mi avvicini sempre di più alla tua bocca, facendomi guardare bene le tue labbra rosse e la tua lunga lingua. Inoltre fingi di volermi afferrare con questa, come anche di sfiorarmi e baciarmi con le altre. In sostanza, mi fai credere che da un momento all’altro potrei finire appiccicato ad entrambe.

i testi sono ben scritti e in entrambi i casi l’uso di entrambe va bene. In astratto entrambe potrebbe riferirsi alle labbra, ma nessun lettore considererebbe le labbra come due oggetti distinti tanto da poter essere pronominalizzati con entrambe senza ulteriori specificazioni, per cui chiunque riferirebbe automaticamente il pronome alle labbra e alla lingua.
Un altro suggerimento riguarda l’avverbio vicino, usato due volte a breve distanza. In entrambi i testi la frase che contiene il primo vicino potrebbe essere riscritta così: sulla cima del tuo indice, poco distante dall’unghia. In questo modo si evita anche la locuzione poco meno del primo testo, che suona regionale (in italiano esiste poco più poco meno, che, comunque, risulterebbe un po’ trascurata in questo contesto).
Ancora, una piccola sbavatura si verifica nel secondo testo nel passaggio da volermi afferrare a sfiorarmi e baciarmi: nel primo verbo il pronome è agganciato al verbo servile, negli altri due è spostato sugli infiniti (per cui si creano le espressioni volermi sfiorarmi volermi baciarmi). Per evitare questo problema (ribadiamo: per niente grave), più che adattare il primo verbo agli altri due, con un improbabile voler afferrarmi, si potrebbe ripetere il servile: volermi afferrare con questa, come anche di volermi sfiorare e baciare.
Infine, è preferibile usare la d eufonica soltanto quando la parola successiva comincia con la stessa vocale, quindi non ad entrambe ma a entrambe.
Fabio Ruggiano
Raphael Merida