È proprio vero: intelligenti pauca, ‘l’intelligente ha bisogno di poco’. Qui non c’entrano la morale o la filosofia: il detto non significa che chi ha cervello si accontenta di ciò che ha; c’entra l’idea alla base della parola intelligenza. Questa parola deriva dal latino intellegentia (o intelligentia), che a sua volta viene dal verbo intellĕgo (o intelligo), derivato da lĕgo (da non confondere con lēgo ‘delegare’) con l’aggiunta del prefisso – che è anche una preposizione – inter- ‘in mezzo’ (o dell’avverbio intus ‘dentro’). Il verbo lĕgo ha, tra i suoi significati, ‘leggere’, da cui qualcuno ricava che intelligenza indichi la capacità di leggere in mezzo alle cose (inter-lĕgo), oppure dentro le cose (intus-lĕgo).
Diciamo subito che il passaggio fonetico da intus-lĕgo a intellĕgo è difficile da giustificare, per cui propendiamo per inter-lĕgo (che, invece, si spiega facilmente con l’assimilazione della r alla l successiva, come nella preposizione articolata antica pello da per lo). La preposizione inter, inoltre, ben si adatta alla spiegazione che vogliamo dare dell’etimo, legandolo non al significato ‘leggere’ del verbo lĕgo, bensì a ‘scegliere, selezionare’. Quest’ultimo, infatti, è il significato primario di lĕgo (da qui vengono l’italiano legare, allegare, collegare ecc.), non a caso imparentato con il verbo greco légo, che significa tanto ‘raccogliere’ quanto ‘parlare’, quindi con il nome lógos ‘parola, discorso, principio, ragione, argomento’. È chiaro che il verbo greco e il verbo latino condividono un progenitore, che è la radice indoeuropea leg- ‘raccogliere’. Da questa radice il greco ha sviluppato la famiglia lessicale del parlare, il latino, invece, quella del leggere.
Inter-lĕgo (non intus-lĕgo), quindi, non è ‘leggere in mezzo’, ma ‘raccogliere in mezzo’, cioè selezionare tra le tante informazioni quelle rilevanti e poi metterle insieme.
Con questa ricostruzione, il detto intelligenti pauca prende un significato particolarmente pregnante nel nostro mondo di informazione strabordante: l’intelligente prende dal mucchio solamente le cose che contano, le mette insieme e con esse forma il suo giudizio.
Fabio Ruggiano