PLURALISMI

EDIZIONE 2021

PRESENTAZIONE

L’iniziativa nasce all’interno della mission del Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e Studi Culturali dell’ Università degli Studi di  Messina che già dall’anno accademico 2019/20 offre la possibilità di proporre idee su approfondimenti di carattere scientifico, culturale e sociale su tematiche di interesse e rilevanza attuale. Questa cornice, in linea con la particolare attenzione dell’ Ateneo di Messina alle questioni di genere (oggi tra i pochi a essersi dotato di un Prorettorato dedicato al welfare e alle politiche di genere, ad offrire una materia di studio specifica sul tema, Sociologia politica e questioni di genere), unitamente alla scelta del Comitato Unico di Garanzia di comporre un più ampio coinvolgimento dei dipartimenti affidando deleghe specifiche dedicate alle “questioni di genere”, ha dato vita alla progettazione di un primo ciclo di seminari sul tema dal titolo “Pluralismi. Riflessioni su corpi, politiche e rappresentazioni di genere”. Il percorso proposto si caratterizza per la sua cifra marcatamente interdisciplinare e si propone di coniugare e favorire le integrazioni di approcci differenti, provenienti da diverse discipline scientifiche, a partire da quelle relative alle scienze cognitive e ai cultural studies che distinguono il COSPECS e le sue attività di ricerca. Le prime riflessioni, che si snoderanno a partire dal mese di febbraio, prevedono 10 incontri formativi e sono suddivisi in tre aree tematiche generali che indagano tre dimensioni strettamente interconnesse: politica, comunicativa e cognitiva. L’intento del primo ciclo di seminari è dare voce, restituendo peso e valore, alla pluralità e alla complessità della realtà dei generi, dei corpi e delle identità plurali.

A fianco del percorso così strutturato, saranno previste altre iniziative e attività scientifiche (presentazioni di libri, proiezioni, mostre, ecc.). In particolare, è prevista la realizzazione di un Contest fotografico in collaborazione con il DAMS.

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L’evento è stato patrocinato da:

Comitato Unico di Garanzia UNIME

Dottorato di Ricerca di Scienze Cognitive UNIME

Posto Occupato

AIS Sezione Processi e Istuzioni Culturali

Accreditato per la Formazione Ordine professionale degli assistenti Sociali Sicilia

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Il Ciclo di seminari è stato organizzato nel rispetto delle Linee guida per promuovere l’equilibrio tra i generi negli eventi scientifici della Conferenza nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane

PROGRAMMA

RELAZIONI

26.02.2021  15.30- 17.30Franca Bimbi  La scena del corpo femminile: generatività e capitale erotico come luogo della nascita del sociale 
11.03.2021  15.30- 17.30Graziella  PriullaIl corpo delle donne e il controllo del potere
24.03.2021  15.30- 17.30Flamina  Saccà  Stereotipi e pregiudizi nella rappresentazione sociale della violenza di genere in ambito giudiziario e sulla stampa
14.04.202115.30- 17.30Donatella  Barazzetti
Giovanna Vingelli
Noi e il nostro corpo. Noi e i nostri corpi
23.04.2021  15.30- 17.30Fabio  CorbisieroSpazi urbani e geografie di inclusività. Regioni e città dell’Italia arcobaleno
06.05.2021  15.30- 17.30Giuseppina CersosimoCorpi e narrazioni:  dal timore  all’esteriorizzazione di sé
28.05.2021  15.00- 17.00Anne  MaassDiversi punti di partenza: come gli stereotipi di genere influenzano la vita di donne e uomini 
11.06.2021  15.30- 17.30Elisa  GiomiEstetiche e politiche della rappresentazione della violenza di genere nei media. Contesto nazionale e internazionale a confronto. 
25.06.2021  15.30- 17.30Silvia  GaldiOggettivazione sessuale: quando la percezione delle donne passa da “categoria sociale” ad “oggetto” 
02.07.2021  10.30- 12.30Raffaella  RumiatiNella testa delle donne 
08.07.2021 15.30- 17.30Telmo  PievaniLa quasi estinzione del cromosoma Y e altre storie tra natura e cultura         

DIALOGHI

28.04.202115.30 – 17.30Maria Belén Hernández GonzalezDonna, giornalismo e transmedialità
21.05.202115.30 – 17.30Edoardo Lombardi VallauriAncora bigotti. Gli italiani e la morale sessuale
17.06.202115.30 – 17.30Simonetta Grilli
M. Carolina Vesce
Daniela Crocetti
Per una riflessione sui sistemi normativi di genere e sessualità:
il contributo dell’antropologia
30.06.202115.30 – 17.30Maria Giuseppina Pacilli
Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità

LOCANDINE DEGLI INCONTRI

GALLERY



RELATRICI E RELATORI


Donatella Barazzetti è Sociologa, già Professoressa associata di Sociologia generale presso l’Università della Calabria dove ha insegnato Politiche per le Pari Opportunità e Studi sulla costruzione sociale del genere. Le sue ricerche riguardano la costruzione sociale delle differenze di genere con particolare riferimento ai mutamenti dei ruoli sessuali, alla trasmissione generazionale, alle rappresentazioni soprattutto tra le giovani generazioni; i processi di costruzione dei Women’s Studies in Italia e in Europa, e le implicazioni del rapporto tra Women’s studies, tramissione generazionale e didattica. Tra le sue pubblicazioni su questi temi: “A confronto con il ‘genere’”, in Carmen Leccardi (a cura di), Tra i generi. Rileggendo le differenze di genere, di generazione, di orientamento sessuale, Guerini, Milano, 2002; “Donne sull’orlo del lavoro di cura”, in Elisabetta Ruspini (a cura di). Donne e uomini che cambiano, Guerini, Milano, 2005 (con Giovanna Vingelli); C’è posto per me? Lavoro e cura nella società del non lavoro, Guerini, Milano, 2007.s

Franca Bimbi  è Sociologa, già Professoressa Ordinaria di Sociologia presso l’Università di Padova. È specialista di Sociologia della famiglia e Studi di genere. È stata coordinatrice del Dottorato in Scienze sociali e dei Gruppi di ricerca “Genere, cittadinanza e migrazioni”, “Cibo, Culture, Società”, “Violenza di Genere”. Tra il 1994 e il 2006, come assessora al Comune di Venezia, durante le sindacature di Massimo Cacciari, ha diretto il Centro Donna, il Centro Antiviolenza e l’Osservatorio Lgbt. È stata eletta alla Camera dei Deputati nella XIV e XV Legislatura. È stata presidente della Commissione politiche dell’Unione europea della Camera.

Giuseppina Cersosimo  è professoressa Ordinaria di Sociologia Generale presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali, Università degli Studi di Salerno. Dal 2012 – al gennaio 2019 è stata segretaria dell’OGEPO – Osservatorio interdipartimentale per la diffusione degli Studi di Genere e la cultura delle Pari Opportunità. Tra i suoi principali interessi di ricerca: la teoria sociologica, con particolare attenzione all’Interazionismo Simbolico; la ricerca qualitativa; la sociologia della salute e della medicina; genere e identità. Tra le sue pubblicazioni: In the Time of COVID-19: Love and Transformations in the Family Italian Sociological Review (2020). Women and Health Promotion: Implications for Obesity Prevention in the Family and Beyond, Italian Journal of Sociology of Education (2020); Narrated Communication, Research Methods Foundations, Sage, London (2020); Le donne nella sociologia di William I. Thomas. Testi Scelti. Napoli Liguori (2019); Double-Edged Intimate Relationships. When Violence has a Complicity between Victim and Executioner BUT. Series VII Social Sciences. Law. (2019); Society and violentization: some general remarks, Sociologia.Vol. 3. (2018).

Fabio Corbisiero  è professore Associato di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è Coordinatore dell’Osservatorio LGBT e di OUT (Osservatorio Universitario sul Turismo). Tra i suoi interessi di ricerca: genere, identità sessuale, comunità LGBT, turismo, città. È componente del Consiglio scientifico di AIS Studi di Genere dal 2013. Dal 2016 dirige “Fuori Luogo. Rivista di Sociologia del territorio, turismo, tecnologia”.

Silvia Galdi  è professoressa Associata di Psicologia sociale presso Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli. Svolge attività ricerca nelle aree degli atteggiamenti e della cognizione sociale. Si occupa di stereotipi di genere, a livello implicito ed esplicito, nei bambini, e le componenti implicite dei processi di identificazione con l’ingroup e di autostereotipizzazione nei membri dei gruppi di minoranza. Fa parte inoltre di un gruppo di ricerca che si occupa di molestie sessuali.. 

Elisa Giomi  è professoressa Associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Roma Tre, Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo. Dal 2020  è Commissaria all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e collaboratrice della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Nello stesso anno è stata eletta nel board della Sezione “Studi di Genere” dell’AIS-Associazione Italiana di Sociologia. È autrice di 50 pubblicazioniper le principali case editrici italiane (Il Mulino, Carocci, FrancoAngeli) e internazionali (Bloomsbury, Lexington Books, Intellect Books) e per riviste peer-reviewed italiane e straniere (tra cui European Journal of Cultural Studies, IRS-International Review of Sociology, Sociologica-Italian Journal of Sociology on Line, Studi Culturali, Problemi dell’Informazione, AG.AboutGender-International Journal of Gender Studies on Line). Sul tema “gender e media” ha coordinato progetti europei e internazionali, ha co-coordinato il gruppo di ricerca incaricato dalla Rai sul Monitoraggio della figura femminile nella programmazione Rai, ha svolto attività di ricerca nell’ambito di network europei come il Women’s studies network di Ecrea (European communication and association research). Nel comitato editoriale della rivista AG. AboutGender, rivista internazionale di studi di genere, Giomi svolge attività di formazione sulla corretta narrazione della violenza di genere per operatori della comunicazione e delle industrie culturali (Ordine dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa), e su prevenzione e contrasto della violenza di genere per numerosi enti pubblici e privati.

Simonetta Grilli  è professoressa associata di Antropologia sociale e Antropologia della Famiglia presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università degli Studi Siena. Ha condotto ricerche sul campo in Italia e nella Somalia meridionale sui temi della famiglia, della parentela e dell’emigrazione. I suoi interessi più recenti riguardano il corpo, l’identità di genere e le nuove forme di famiglia nella società contemporanea. Tra le sue pubblicazioni più recenti Antropologia delle famiglie contemporanee (Carocci 2019); Per-formare corpi. Esperienze e rappresentazioni (Unicopli, 2013) Scelte di famiglia. Tendenze della parentela nella società contemporanea (ETS, 2010 con Francesco Zanotelli).

Maria Belén Hernández Gonzalez è professoressa Ordinaria di Filologia italiana e Direttrice del Dipartimento di Filologia francese, romanza, italiana e araba all’Università di Murcia (Spagna), dove insegna corsi presso il GEF e il master MUTE. Coordina il Teaching Innovation Group sulla lingua e cultura italiana, francese e araba (GID 23). I suoi principali temi di ricerca sono la saggistica italiana contemporanea, gli studi di genere e la traduzione di testi letterari. Ha pubblicato numerosi lavori sulla traduzione di dialettalismi, termini politicamente corretti e tabù, nonché sul multilinguismo e l’interculturalità.Tra le sue pubblicazioni: Qué traducir y el porqué de lo no traducido (2006); La traducción, lengua franca de la cultura (2004); Political Correctness and Racist and Sexist Language: A Spanish Perspective (2008); Los traductores de sí mismos en la representación de las identidades culturales (2007). Ha co-curato i libri su donne e scrittura: La mela proibita. Saggi e pensieri di scrittrici del Novecento (2015), Mujeres de letras: pioneras en el arte, el ensayismo y la educación (2016), Ausencias presentes. Autoras críticas de la literatura italiana (2017), Mujeres con luz (2017), Mujer y transmedialidad y Palabras con rostro. Mujer y ensayo periodístico (2020).

Edoardo Lombardi Vallauri è professore Ordinario di Linguistica Generale all’università Roma Tre. Si è occupato soprattutto di linguistica generale, linguistica giapponese, linguistica italiana, comunicazione persuasiva, linguaggio e cervello. Fra i suoi lavori scientifici, La sintassi dell’informazione (Bulzoni), Grammatica funzionale delle avverbiali italiane (Carocci), La struttura informativa dell’enunciato (La Nuova Italia), La struttura informativa. Forma e funzione negli enunciati linguistici (Carocci). Non sono rivolti ai soli addetti ai lavori Parlare l’italiano (Il Mulino), La linguistica in pratica (Il Mulino), Capire la mente cattolica (Le Lettere), Semplificare. Micro-filosofie del quotidiano (Eri-Rai & AUP), Parole di giornata (con Giorgio Moretti, Il Mulino), Onomatopea e fonosimbolismo (con Luca Nobile, Carocci), La lingua disonesta (Il Mulino), Ancora bigotti (Einaudi). Collabora con Il Mulino e con Micromega. È stato ideatore e conduttore della trasmissione Castelli in Aria (Rai Radio Tre). È ideatore e direttore del sito web rightpronunciation.com per la pronuncia dei nomi propri internazionali, del sito oppp.it (Osservatorio Permanente sulla Pubblicità e la Propaganda), e Principal Investigator del progetto IMPAQTS: Implicit Manipulation in Politics – Quantitatively Assessing the Tendentiousness of Speeches – PRIN 2017, n. 2017STJCE9 (https://impaqts.it/).

Annee Maas è professoressa Ordinaria di Psicologia Sociale presso l’Università di Padova. È stata visiting scholar in diverse università estere tra cui Arizona State University, UC Davis e la New School a NY in USA, le Università di Mannheim e di Heidelberg in Germania, e la Griffith University in Australia. Tra i suoi interessi di ricerca: intersezione tra linguaggio e cognizione sociale. Da una prospettiva sociale e psicologica, si occupa di indagare come i differenti aspetti del linguaggio (tra cui caratterizzazione di genere, direzione della scrittura o pronuncia) influenzano il modo con cui pensiamo agli individui e ai gruppi. È inoltre interessata agli effetti della reificazione nei media delle immagini delle donne e degli effetti degli stereotipi di genere sulle performance.

Maria Giuseppina Pacilli è professoressa Associata di Psicologia sociale e Psicologia dei media digitali presso l’Università di Perugia dove è Coordinatrice del corso di Laurea triennale in Servizio sociale e corso di laurea magistrale in Politiche e servizi sociali. È co-coordinatrice del gruppo di ricerca Intersezioni di genere del Dipartimento di Scienze politiche e componente del comitato esecutivo della sezione di Psicologia Sociale dell’Associazione Italiana di Psicologia-AIP. È co-editor-in-chief della rivista Psicologia sociale de Il Mulino e della rivista online In-Mind Italia che promuove la diffusione del sapere scientifico psicologico. Fra i suoi volumi, sempre per Il Mulino, Quando le persone diventano cose. Corpo e genere come uniche dimensioni di umanità.

Telmo Pievani è professore Ordinario di Filosofia della scienza, ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova. Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare degli insegnamenti di Bioetica e di Divulgazione naturalistica. Dal 2016 è Delegato del Rettore per la Comunicazione Istituzionale dell’Università degli studi di Padova. Dal 2017 è Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. Fa parte del Comitato Etico e del Comitato Scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. Membro del Direttivo dell’Istituto Italiano di Antropologia. È direttore di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione, collabora con Il Corriere della Sera e con le riviste Le Scienze, Micromega e L’Indice dei Libri. Tra le sue pubblicazioni: Finitudine. Un romanzo filosofico su fragilità e libertà (2020); Imperfezione (2019); Homo Sapiens e altre catastrofi (2018);  La vita inaspettata (2011). Collabora con “Il Corriere della Sera”, “Le Scienze” e “Micromega”.

Graziella Priulla è Sociologa, saggista e scrittrice, già Professoressa ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. I suoi studi riguardano i mezzi di informazione, la sociologia dei consumi culturali, i linguaggi comunicativi della pubblicità e della politica, esperta di linguaggio e di stereotipi di genere e di violenza.
Tra le sue pubblicazioni sul tema studi di genere: Violate. Sessismo e cultura dello stupro. Villaggio Maori (2019); Parole Tossiche. Cronaca di ordinario sessismo ( 2014); C’è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole (2015); I caratteri elementari della comunicazione. Laterza. (2009); L’Italia dell’ignoranza (2011).

Raffaella Rumiati  è professoressa Ordinaria di Neuroscienze Cognitive e coordinatrice del Ph.D. in Neuroscienze Cognitive della SISSA di Trieste. È autrice di un centinaio di pubblicazioni specialistiche sulle riviste scientifiche internazionali e capitoli di libri. Oltre alla ricerca scientifica svolge un’intensa attività di divulgazione, collaborando con alcune testate giornalistiche e riviste. Nel 2003 ha ricevuto il “Bessel Prize” (von Humboldt-Stiftung) e nel 2006 il Women in Cognitive Science Mentorship Award per il suo sostegno alla carriera di giovani ricercatrici. Nel 2013 il Comune di Piacenza le ha conferito il “Premio Pulcheria”. Dopo essersi interessata per molti anni all’interazione tra sistema motorio, linguaggio e cognizione, negli ultimi anni gli interessi di Raffaella Rumiati sono volti principalmente allo studio delle operazioni mentali e dei correlati cerebrali associati alla percezione, categorizzazione e scelta del cibo. È inoltre impegnata in un programma di ricerca cha ha al suo centro lo studio di costrutti sociali come gli stereotipi e il pregiudizio. Tra le sue pubblicazioni: Donne e uomini. Si nasce o si diventa? (2010).

Flaminia Saccà  è professoressa Ordinaria di Sociologia dei Fenomeni Politici all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. E’ presidente del Corso di Laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (SPRI), dell’International Sociological Association (ISA) Research Committee Sociotechnics – Sociological Practices RC26. È stata delegata del Governo italiano all’Helsinki Group on Gender and Innovation della Commissione Europea (2013/2015), Consigliera dell’Associazione Italiana Donne e Scienza (2003-2008); presidente di Filas (Finanziaria della Regione Lazio per l’Innovazione, la Ricerca e lo Sviluppo) (2007-2012). È la responsabile scientifica del progetto Step-Stereotipo e Pregiudizio sostenuto dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra le sue pubblicazioni più recenti sul tema del genere: Women and Politics in Populist Times. A Case Study: the 2018 Electoral Campaign. In: (a cura di): N. Velikaya (Executive Editor), A.A. Golasaeeva, A.N. Moiseeva, Russian Revolutions and Women’s Issue. Ideological Heritage, Political Transformations and New Social Practices, Mosca:Kluch-S, 2018 (con L. Massidda); Gender Discourse in a Populist Election Campaign, in F. Saccà (Ed.), Democracy, Power and Territories, Franco Angeli, Roma, 2018 (con L. Massidda); La rappresentazione sociale della violenza contro le donne, Sociologia, Gangemi, Roma, 1/2021; (a cura di), Stereotipo e pregiudizio. La rappresentazione giuridica e mediatica della violenza di genere, Franco Angeli, Milano, 2021.

Carolina Vesce  è dottoressa di ricerca in Antropologia e studi storico-linguistici presso l’Università di Messina. Ha condotto ricerche sul campo in Italia, Samoa e Nuova Zelanda. Interessata ai processi di costruzione delle esperienze di genere non etero-normative si è occupata di transgender studies e queer indigenous studies. Più di recente ha condotto una ricerca post-dottorale sulle politiche e le pratiche di presa in carico di soggettività transgender richiedenti e titolari di protezione internazionale a Bologna. È autrice del volume Altri traniti. Corpi, pratiche, rappresentazioni di femminielli e transessuali (Mimesis 2017).

Daniela Crocetti  è da diversi anni l’esperienza e la rivendicazione dei diritti da parte delle persone con variazione dei caratteri sessuali (VSC), collaborando sia con attivisti intersex che con associazioni di pazienti. Nel 2019 ha concluso un progetto di ricerca realizzato grazie alla borsa di studio Marie Sklodowska-Curie, intitolato Intersex, Variations of Sex Characteristics and dsd Citizenship and Democracy presso l’Università di Huddersfield, nel Regno Unito, che ha esaminato i diritti di cittadinanza e i diritti umani delle persone con VSC in Italia, Regno Unito e Svizzera. Con un team interdisciplinare ha co-editato il numero speciale della rivista Culture, Health and sexuality intitolato Intersex: cultural and social perspectives per Culture, Health and Sexuality

Giovanna Vingelli  è ricercatrice di Sociologia generale all’Università della Calabria, dove insegna “Genere e sviluppo” nel Corso di Laurea magistrale in Scienze sociali per lo sviluppo e la cooperazione. Dal 2011 è Direttora del Centro Interdipartimentale di Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria, e dal 2020 è delegata del Rettore alle Pari opportunità. Si è occupata di politiche di genere, bilanci di genere e innovazione istituzionale, violenza contro le donne. Negli ultimi anni, la sua attività di ricerca si è concentrata sui movimenti femministi italiani e transnazionali, con particolare attenzione ai fenomeni di backlash, populismo e antifemminismo.



AUTRICI ED AUTORI DELLE OPERE IN LOCANDINA


Siamo grate alle autrici e agli autori per aver collaborato al progetto. Attraverso le loro opere abbiamo realizzato le locandine degli incontri. Vi presentiamo gli artisti e le opere in locandina attraverso le loro parole.

In Copertina e locandina 5 foto di  Dodo Veneziano

Sono nato a Palermo nel 1970, ho coltivato la passione per la fotografia già in tenera età, a 12 anni ho iniziato ad utilizzare la fotografia come mezzo espressivo e personale. Dopo aver sperimentato e demolito tutti i formati amatoriali di pellicola degli anni Ottanta ho scoperto un po’ per caso la luce fioca e rossa della mia grande passione; la camera oscura. Ho trascorso gran parte della mia adolescenza in una camera oscura, sperimentando e manipolando da autodidatta tutto ciò che la fotografia argentica potesse offrire, da allora non ho mai più smesso di farlo, ed ho scoperto che da una camera oscura si può anche uscire.

La foto fa parte del Progetto I’m not me. Da qualche anno avevo l’idea di raccontare qualcuno o qualcosa attraverso la negazione dell’ipocrisia, un racconto diretto scarno e senza fronzoli che potesse ridurre all’osso il messaggio o addirittura la moltitudine di sensazioni che un messaggio porta con se, cercavo, cercavo senza accorgermi che avevo già tutto sotto gli occhi, stava già accadendo, la storia, le storie si stavano già raccontando senza che io ci facessi caso.

Locandina 1 foto di Paolo Galletta 

Paolo Galletta, fotografo professionista, nasce a Messina nel 1977. Si occupa di cinema come fotografo, realizzando set fotografici e foto di scena. Ha collaborato con alcune agenzie fotogiornalistiche, occupandosi di reportage sociali e ritratti. Segue da anni, con le sue foto, concerti e rassegne jazz collaborando con i più grandi artisti internazionali, lavora per la rivista Jazzit e per alcune etichette discografiche di musica Jazz. e sue foto vengono pubblicate su moltissime riviste nazionali e internazionali.

La foto (senza titolo) fa parte di una serie su uno studio delle forme del corpo di alcune artiste di danza contemporanea in relazione al luogo, il luogo è Casa Faranda.

Locandina 2 foto di Francesco Paolo Catalano 

Negli anni 80 disegnavo donne, abiti e sullo sfondo il cielo. Adesso mi piace recarmi nelle case delle persone e creare set fotografici ispirandomi alle mie visioni da bambino.
Francesco Paolo Catalano, sono di Palermo e vivo ancora qui.
Mi avvicino alla fotografia da un’indagine sul travestitismo culturale in ambito psicologico e da più di 15 anni indago sulla costruzione dell’identità sociale mediante uno studio dei costumi e stereotipi italiani contemporanei. Un bisogno e un focus costante espresso mediante l’utilizzo dell’autoritrattistica e della ritrattistica contestualizzata, unendo un raccontare quasi illustrativo all’invenzione scenica, tra teatro e cinemaNel 2010 firmo la prima campagna fotografica del Pride Sicilia e inaugura “Alterity”, personale fotografica dedicata al transgenderismo. Aterity diventa una serie a lungo termine che caratterizza parte del mio immaginario.

L’ Opera Rose Identity è una contemplazione dinamica dell’incontro tra passato e futuro, tra l’alter e l’ego per fluire in un arrivo mai risolutivo e armonico tra persona e spazio. Chi sono io? Chi sei tu? Chi sono io per te? e Cosa siamo noi qui, ora? Domande senza risposta se non la condivisione dell’immaginazione e rappresentazione dentro un paradigma soggetto osservato – soggetto osservante. Un giardino di rose come viaggio verso l’identità ispirato da disegni infantili e processi di proiezione e idealizzazione.  

Locandina 3 foto di Rita Malta

Nata a Messina, ha svolto gli studi e proseguito la sua formazione tra l’Italia e la Spagna. Dottoressa di ricerca in Scienze Politiche, durante la sua carriera universitaria ha insegnato discipline storiche e sociologiche presso l’Università degli Studi di Messina e presso l’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. Ha condotto l’attività di docenza nell’ambito di numerosi progetti nazionali e in co-tutela con l’estero, portando avanti la sua passione per la ricerca in ambiti differenti. Nell’ambito del progetto “Le Scalinate dell’Arte – incubatore multimediale degli artisti del ‘900”, ha curato la ricerca concernente la sezione dell’Illustrazione, Disegno, Grafica, Fumetto e parte dei volumi prodotti inerenti le arti performative e raffigurative. Da sempre appassionata di linguaggio fotografico, in seguito ad un stage fotografico in Gran Canaria e ad un master in fotografia al Politecnico di Bari, ha preso parte a numerose mostre e rassegne individuali e collettive. Fa parte del collettivo fotografico “MaCu’ – Made in Sicily”. Reportage e street photography sono le modalità narrative che predilige. Per lei la fotografia è un’intuizione auto avverante.

La foto (2019) fa parte del progetto “Page of a vintage book”. “Chiaroscuri della memoria e orizzonte di un altrove nella traiettoria dello sguardo. Un’immagine di metamorfosi dell’esistenza, in cammino perpetuo. Una dimensione conosciuta e al contempo evocativa, dove ad essere trasfigurato è il sentire in costante evoluzione”.

Locandina 4 foto di Francesco Faraci

Francesco Faraci nasce a Palermo nel 1983. Dopo gli studi umanistici (Antropologia, Sociologia), nel 2013 trova nella fotografia il suo mezzo d’espressione e si forma attraverso le immagini dei grandi fotografi di scuola francese e americana (WilliamKlein, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Robert Capa) cercando di rinnovare un linguaggio che altrimenti suonerebbe desueto. Si occupa di fotografia documentaria e reportage sociale. Al centro del suo lavoro c’è la sua terra, la Sicilia, della quale ama descriverne gli incroci culturali e i paradossi esistenziali (nascita e morte, gioia e violenza, la solitudine che si nasconde fra le pieghe della modernità) con un occhio particolare alle minoranze e ai minori che nascono, crescono e spesso si formano nelle zone disagiate e abbandonate della città, nelle periferie marginali. Per tali ragioni percorre in lungo e in largo le strade della sua terra e dei Paesi Mediterranei, raccontandone le storie attraverso progetti di lunga, media e breve durata.
Diversi suoi reportage sono stati pubblicati su riviste nazionali ed estere (Il Venerdì di Repubblica, La Repubblica, Il Manifesto, Time Magazine, Globe and Mail, The Guardian, VICE, Erodoto108) e ha preso parte a conferenze e seminari sulla realtà delle periferie della sua città. E’ anche videomaker e scrittore di romanzi, di racconti e di saggi che ruotano intorno alle sue radici e alla sua terra d’origine.

Locandina 5 foto di Giuseppe Sant’Agata 

Giuseppe Santagata ha conseguito una laurea in giurisprudenza e un master in diritto ed economia della previdenza, prima di lasciare l’ambito giuridico e provare a fare della passione per la fotografia una professione. Si è trasferito in Spagna per studiare fotografia artistica, presso la Scuola d’Arte e di Design Antonio Failde di Ourense e ha continuato gli studi con un Master in fotografia artistica e concettuale, presso la scuola EFTI di Madrid. Da allora, Giuseppe ha lavorato e vissuto, grazie alle numerose borse di studio ricevute, in diversi paesi del mondo (Stati Uniti, Corea del Sud, Polonia, Russia, Taiwan, Giappone, Islanda e Spagna). Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in prestigiosi musei internazionali e gallerie private, tra i quali il National Center for Contemporary Arts in Russia, il Baltic Gallery of Contemporary Art in Polonia, il Círculo de Bellas Artes in Spagna, la Gallery M, Jongro-gu in Corea del Sud, il Center of Fine Art Photography negli Stati Uniti e il Pier-2 Art Center a Taiwan.

Questa foto fa parte di una serie intitolata “Uncertainty Principle”, che prende il nome dal principio di Heisenberg. Tale principio, affermando che non tutte le proprietà di una particella quantistica possono essere misurate con precisione illimitata, teorizza l’impossibilità di giungere ad una conoscenza completa, oggettiva ed imparziale di un fenomeno, prospettando un nuovo modo di porci di fronte alla realtà.
Nella serie Uncertainty Principle rivolgo la mia attenzione verso il linguaggio comunicativo dei cartelloni pubblicitari. Se osserviamo le pubblicità che rivestono le nostre città, assistiamo alla presentazione di un mondo di certezza e bellezza; un mondo ideale, ovattato e sognante, dove sembra non esservi spazio per i dubbi e le fragilità della nostra esistenza.
Attraverso la fotografia indago questi supposti oggetti immutabili. Li sviscero e li reinterpreto tramite la mia visione, il tempo e la luce dell’atto fotografico. Costruisco, così, una nuova relazione tra le immagini (attraverso l’associazione estetica, concettuale ed emozionale delle stesse) e propongo una nuova chiave di lettura, che va perdendo il significato originario, finendo per traslatare ciò che sembrava ideale, nel territorio della conflittualità e della vulnerabilità.

Locandina 7 foto di Elena Orlando 

Palermo, 1973. Rientrata da pochi anni a Palermo dopo aver vissuto quattordici anni tra la Francia e il Canada, ha sempre lavorato come fotografa.

“La macchina fotografica é stata la mia compagna di vita; l’ho inizialmente usata come uno scudo per difendermi, nascondermi e schermarmi dal mondo e in seguito come un’opportunità, un mezzo che mi permette di avvicinarmici e comprenderlo”.

I suoi lavori sono stati esposti al Centro Internazionale di Fotografia della città di Palermo diretto da Letizia Battaglia ( esposizioni collettive nel 2017 e nel 2019).Ha partecipato con i suoi scatti sui migranti in Francia alla Triennale di fotografia di Venezia.Attualmente fa parte della mostra itinerante “Ungettable childhood”.La sua prima personale é stata presentata nell’ ambito della manifestazione culturale “Magione Art District “ a Palermo nel 2018.E’ stata la fotografa ufficiale del Palermo Ballet Summer Intensive, nuova iniziativa culturale americana svoltasi a Palermo nel 2018 e 2019.Nel 2018 pubblica un suo folio edito dalla casa editrice 89 BOOKS.Dal 2020 collabora con i suoi scatti alle iniziative della rete Jasmine e illustra con le sue foto il volume “The world is mine”, stampato attualmente in cinque lingue.Nel luglio 2020 inaugura una personale dal titolo “Virginia 1908” svoltasi allo Stand Florio di Palermo.

La vie de coté. Questo scatto che risale a qualche anno fa quando abitavo a Parigi, preso dal finestrino di un autobus che mi stava riportando a casa, mi riporta a una frase di un romanzo di Michel Houellebecq: “C’est avec facilité qu’on renonce à la vie, qu’on met soi même sa vie de coté”.Eleonora Orlando, Parigi 2017.

Locandina 8 foto di Gloria di Bella

Gloria nasce e si forma a Messina. Si diploma all’Istituto d’Arte Ernesto Basile e prosegue i suoi studi fino al conseguimento della laurea magistrale in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo.
Il suo interesse per le arti visive la porta a sperimentare con l’illustrazione e la fotografia. L’amore per le forme e la composizione sono una costante della sua ricerca stilistica. Attualmente vive a Torino dove lavora e prosegue i suoi studi.

L’opera dal titolo duevoltenessuno è il negativo digitale di un doppio ritratto in bianco e nero a lunga esposizione realizzato nel 2013.
L’immagine vuole liberarsi da qualsiasi tipo d’identificazione possibile.
Le figure hanno i volti coperti dal movimento delle loro chiome le quali, attraverso una forte carica emotiva, regalano alla staticità del ritratto un punto d’attrazione dinamica. La loro potenza comunicativa priva di forme precise, rende possibile che si guardino senza avere occhi, che si parlino stando in silenzio. Sono due volte nessuno e perciò possono essere tutto.

Locandina 9 foto di Sara Cucè 

Sara Cucè è una fotografa siciliana che vive e lavora a Londra da 8 anni. Spinta da un forte senso dell’avventura e da una profonda passione per la fotografia, si trasferisce a Londra nel 2012 ed intraprende un percorso di studi che culminerà in una laurea con lode in Fotografia alla London Metropolitan University nel 2017. Nel corso di questi anni si dedica a diversi progetti fotografici che si focalizzano su tematiche molto personali, che sfociano spesso in un racconto fotografico intimo, nel diario fotografico visuale. Il filo conduttore del suo lavoro si ritrova in riflessioni sull’essere, sull’identità personale e collettiva, sulla rappresentazione, sul mondo che ci circonda, sulla natura e il valore effimero del tempo.
Con il progetto ‘This body in no one’s home’, in cui l’artista riflette sul concetto di identità, sul dialogo tra corpo materiale e spirituale, sui confini fisici, mentali e morali, l’artista viene selezionata in diverse competizioni internazionali di rilievo, tra cui LensCulture Magnum Photography Award, Magnum Print Swap Shop, Royal Photographic Society IPE 160, Photography on a Postcard 2017 e Photograd Open 2018.
Durante l’ultimo anno di università, lavora su un progetto coerente ed unitario, intitolato ‘Too much information’ che tratta le tematiche del bombardamento mediatico, le conseguenze della troppa informazione, la natura dell’informazione e della trasmissione delle informazioni nella realtà contemporanea. Con questo progetto, che espone alla London Metropolitan University, diventa la prima studentessa italiana a vincere il Metro Imaging Mentorship Awards. Negli anni successivi alla laurea, i suoi lavori vengono selezionati ed inclusi in diverse mostre collettive itineranti in tutto il Regno Unito.

Nel 2018 realizza la sua prima mostra personale a Londra, intitolata ‘Memory of the eyes’, progetto da cui è tratta l’opera Mannequin’, the geometry of solitude’.
Sara ha una profonda passione per la fotografia analogica, per il valore artigianale della fotografia, che puoi ‘lavorare con mano’ in camera oscura, un posto in cui sente di poter sciogliere la matassa dei suoi pensieri su carta fotografica, che dona valore all’atto fotografico poiché gli concede il tempo.

 

I progetti più recenti, tra cui ‘Memory of the eyes’ e ‘Non voglio vedere’, parlano di memorie, di passato e presente, di tempo tiranno, dei segni del tempo e delle assenze, della mancanza. Si parla di viaggi e di ritorni, tra cui un ritorno a se stessi, alla natura, alla genuinità delle cose semplici, che sono anche quelle più vere. “

Locandina 10 foto di Gaetano Serio 

Avvocato di professione. Fotografo per necessità. Dal 2012 la fotografia è il mio modo per vincere l’indifferenza. Ho iniziato fotografando quello che mi stava più vicino: la strada, le persone, quello che accade.
E continuo a farlo, con grande emozione. Vincitore nel 2019 del concorso fotografico “Viaggio Racconto Memoria” organizzato in occasione della mostra di Ferdinando Scianna alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, nella sezione “Memoria”, le mie fotografie, insieme alla foto vincitrice, sono state esposte nel 2020 alla GAM di Palermo.

Un corpo, chiuso in un fotografia, vandalizzato, mortificato dall’accumulazione seriale di un senzatetto. Eppure quella bellezza (r)esiste (anche al tempo: dopo tanti anni quella vetrina Ë ancora lÏ, come l’ho fotografata nel 2016). E’ l’immagine della resistenza della donna e del suo corpo, che si fanno bellezza. 

Locandina 11 foto di Carla Sutera Sardo 

Mi chiamo Carla Sutera Sardo e sono nata in Sicilia nel 1983. Inizio a fotografarea vent’anni e dopo la laurea in giurisprudenza decido di dedicare la mia vita a questa meravigliosa arte. Il mio approccio alla fotografia è da autodidatta e la mia ricerca si concentra sulla donna e sulla comunicazione tra corpi e paesaggi.

MOSTRE:
2017 Sony World Photography Awards – “Somerset House” Londra; 2017 Paratissima 13 -“Caserma La Marmora” Torino; 2017 “Art on a Postcard” Londra 2017 “GALLERIA ADG” Firenze; 2018 Mostra personale “Fable and the othersstories” Palermo; 2018 “Visions” Zhengzhou Cina; 2019 “Image Nation Paris” Parigi.
PUBBLICAZIONI:
“L’oeil de la Photographie” 2017; “Vogue Italia Photovogue”; “LYUN’FASHION” 2019; “Iconic Artist Magazine” 2020; “Rivista Haute Punch” 2020; “A BOOK OF BEAUTY” 2020″; “Bring me magazine” 2020.
PREMI:
Vincitrice “ADG GALLERY” Firenze 2018; finalista ai “SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARDS” Londra 2017; Vincitrice borsa di studio “WORKSHOP EXPERIENCE” Madrid 2019; finalista al “SIPAPHOTOGRAPHY AWARDS” 2019 Siena; Vincetrice al PRIX DE LA PHOTOGRAPHIE PX3 “STATE OF THE WORLD PARIGI 2020.

Camouflage fa parte di un progetto su cui ho lavorato diversi anni fa: punta sul concetto di identità che si perde e confonde a volte con il contesto (come nel caso dei camouflage) altre con quella altrui, non riuscendo a definire i confini della propria individualità e peculiarità distintiva rispetto all’alterità.

Locandina Dialoghi 3 foto di Vincenzo Costantino 

Documentarista e fotografo professionista, nasce nella provincia di Messina. Comincia i sui studi presso l’università di Messina nella Facoltà di scienze della comunicazione, ma 2 anni dopo interromperà per poi diplomarsi nella scuola nazionale di Cinema Italiana – Centro Sperimentale di cinematografia come regista di documentari. Durante gli studi presso il centro sperimentale perfeziona la sua tecnica di sviluppo e stampa della pellicola fotografica. La magia della camera oscura e ancor di più quella della pellicola, che cattura il tempo documentandolo e impressionandolo in una fotografia, diventa il suo mezzo di espressione. Tanto forte è la passione per la fotografia analogica, che lo porta a usare la pellicola fotografica sperimentando nel suo primo documentario Lace me tightly, 2018. Ispirandosi al film La jetée,1962 del maestro francese Chris Marker. Vincenzo crea un documentario di sole foto che raccontano la vita di Dario un giovane che attraverso il corsetto ha scoperto se stesso e fatto emergere la sua vera identità. Dal 2018 vive e svolge la sua professione di fotografo e documentarista in Inghilterra, prossima la pubblicazione in UK ed Italia del suo nuovo progetto #MenInLockdown, uno sguardo sul panorama Queer inglese durante il primo lockdown del 2020 di Londra.

Locandina Dialoghi 1,2,4  foto di Marco Pavone – digital artist

Nato a Messina nel 1981, in Sicilia, Italia. Ha lavorato per oltre dieci anni come web graphic designer senza mai abbandonare la sua passione per la fotografia e l’arte digitale. Soprattutto negli ultimi anni, grazie anche a viaggi e conversazioni con le persone, ha sviluppato questa passione in modo più concreto con la creazione di opere digitali di tendenza contemporanea / surrealista attraverso l’accostamento di varie tipologie di texture. Nella scelta dei temi, dei simboli e dei colori si ispira principalmente alla sua terra e alle problematiche che caratterizzano la contemporaneità. Il suo lavoro ha trovato pareri unanimi dalla critica e dal pubblico. Marco Pavone ha partecipato a diverse mostre e collettive d’arte. Nel marzo 2019 Paolo Levi, importante critico d’arte italiano, scriveva sul lavoro dell’artista: “L’artista Marco Pavone ricorre alla tecnologia digitale per trasporre sul supporto la propria filosofia di vita: arte come espressione dei suoi pensieri, riflessioni, interrogativi esistenziali da comunicare e condividere. Accosta più texture per realizzare arte surreale reinterpretata in chiave moderna ma senza dimenticare il passato che viene inserito per chiudere il cerchio di un’espressione artistica senza tempo e quindi per questo attuale e affascinante”.