Si è svolto oggi, presso l’Aula Magna dell’Ateneo, un convegno sul tema “Università: è tempo di cambiare per i giovani e per il paese”, organizzato dal Dipartimento SEAM in collaborazione con il Comitato Nazionale Universitario e l’Associazione ARTeD.
L’incontro è stato coordinato dal prof. Antonio Miceli, che ha introdotto i lavori sottolineando l’importanza di operare in sinergia affinché si possa mantenere alto il livello delle Università italiane e ricordando la figura del prof. Francesco Faranda che “ha lasciato un’impronta importante nel processo legislativo del nostro Paese” e alla cui memoria è stata dedicata la giornata.
“Bisogna recuperare la passione che in questi anni si è affievolita – ha detto il prof. Emanuele Scribano, Prorettore vicario dell’Ateneo – e questo è successo a causa di muri di gomma che ne hanno determinato l’attenuazione.”
Il prof. Vincenzo Vecchio, Presidente Nazionale del Comitato Nazionale Universitario, ringraziando l’Ateneo e la sede messinese del CNU per l’organizzazione dell’incontro, ha sottolineato alcuni punti sui quali la sua organizzazione ha avviato delle riflessioni che hanno prodotto relazioni dettagliate affidate, nei mesi scorsi, agli organi di governo nazionale affinché possa essere prodotta al più presto una nuova riforma universitaria che modifichi l’attuale modello di valutazione Anvur, giudicato iniquo e discriminante, e rifinanzi il sistema universitario nazionale per definire un nuovo piano pluriennale di assunzione dei giovani ricercatori e ripristini gli scatti stipendiali del comparto. “Ripristinare i fondi della ricerca e la promozione del diritto allo studio, ponendo al centro di ogni scelta i giovani precari e gli studenti, sono i temi sui quali il sistema universitario deve dedicare sempre più attenzione” è la conclusione del prof. Vecchio, sul cui solco si è sviluppato anche l’intervento della ricercatrice dell’Università degli Studi di Udine Margherita Chang, la quale ha esposto il manifesto “Le nuove generazioni tra innovatività ed eccellenza”.
Sono intervenuti, inoltre, il prof. Guido Signorino (nella doppia veste di docente universitario e vicesindaco del Comune di Messina) che ha voluto trasmettere l’apprezzamento nei confronti dei segnali di apertura dell’università indirizzati al capitale relazionale e umano rappresentato dai giovani studenti che formeranno la prossima classe dirigente, e il prof. Francesco De Domenico, Direttore Generale dell’Università di Messina, che ha rivolto in apertura un pensiero ai 150 studenti universitari trucidati in Kenya nei giorni scorsi. “L’università deve essere considerata una emergenza sociale e condivido le riflessioni aperte qui finora. Diventa urgente intervenire prima che le generazioni future possano essere investite da un vero disastro” – ha affermato De Domenico – “l’attuale riforma Gelmini è da considerarsi socialmente discriminante, sopratutto per gli studenti meridionali.”
Filadelfio Mancuso, Presidente Nazionale ARTeD (Associazione dei Ricercatori a Tempo Determinato), ha concluso ponendo ulteriormente l’attenzione sulla difficoltà del sistema universitario a facilitare una reale prospettiva di crescita accademica, tanto in ambito di ricerca che didattico.