Si è svolta presso la Sala dell’Accademia peloritana una conferenza del prof. Andrea Graziosi sul tema “La divergenza: Ucraina e Russia dopo il 1991”. Dopo i saluti istituzionali del Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, i lavori sono stati introdotti dal prof. Luigi Chiara, Ordinario di Storia contemporanea.
“La guerra di Putin in Ucraina segna uno spartiacque la cui portata storica è equiparabile al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 E ancora più della dissoluzione dell’Urss rappresenta una sfida per l’Occidente che oggi deve essere reinventato”. Autore di saggi sull’Urss tradotti in tutto il mondo, il prof. Andrea Graziosi, Ordinario di Storia contemporanea dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, si è a lungo occupato dei temi di ricerca che riguardano la storia dell’’Europa dell’Est. Fra i vari riconoscimenti ottenuti dal docente, ci sono anche “il Premio della Antonovych Foundation” nel 2011, per il contributo alla storia Ucraina e “il Premio Caparbio Storia politica” nel 2008, per il volume L’Urss di Lenin e Stalin. Storia dell’Unione Sovietica, 1914-1945″.
“Stalin nel 1932 aveva usato la carestia per stroncare la costruzione nazionale ucraina avviata negli anni Venti. – ha sottolineato il prof. Graziosi- e nella memoria contemporanea degli ucraini l’Holodomor è l’esperienza che definisce il loro Novecento, oltre che fondamento della ricostruzione statuale del 1991. Da questa scelta l’Ucraina è stata costretta a porsi come nazione aperta, inclusiva, non etnica. Non è un caso che il presidente sia un ebreo.
Quando è crollata l’Urss abbiamo sperato che ci potesse essere una riconvergenza con l’Europa e i valori dell’Occidente, ma questo processo è per ora fallito: la ferita impressa dal Diciassette non è stata ricomposta. Questa guerra ci costringe a guardare alla realtà e a comprendere che Putin è un ‘pazzo’ mosso da un disegno lucido. Dal 2014. Putin tenta di espugnare un paese a cui non riconosce autonomia e ha attaccato per liberare il popolo ucraino dai governanti ‘drogati’ e ‘nazisti’. Ma la resistenza ha smentito la sua ideologia ed ha rimesso questo Paese nella mappa dell’Europa e e del resto del mondo.
La guerra ucraina rappresenta oggi una sfida maggiore rispetto al 1991 perché allora sembrava che vi fosse un Occidente solido: bastava mettersi dalla parte giusta per risolvere tutti i problemi. Oggi dobbiamo prendere atto che l’Occidente nato nel 1945 non esiste più: è un oggetto storico deperito e occorre inventare un nuovo Occidente, questa guerra ci dà l’opportunità per ripensarlo”.