L’Aula Magna del Rettorato, nell’ambito del Convegno su “Didattica Hitech: conoscere, includere, crescere”, ha ospitato la presentazione dei risultati ottenuti dal Progetto biennale internazionale Erasmus OIR (Open Innovative Resources). Coordinato per l’Italia dal prof. Francesco Pira, il progetto ha visto la partecipazione del gruppo di lavoro formato da docenti dell’Università di Messina e da una delegazione di partner dell’Università di Oviedo (Spagna) e dell’Università “Marie Curie” di Lublino (Polonia).
Contestualmente, il team di ricerca ha lavorato sinergicamente per mettere a punto nuovi modelli educativi e prodotti didattici basati sulle tecnologie utili all’inclusione ed all’accessibilità condivisa.
Aperto dai saluti del Prorettore all’internazionalizzazione, prof. Antonino Germanà, e del Direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, prof. Giuseppe Giordano, il Convegno è stato introdotto introdotto dal prof. Francesco Pira, Responsabile scientifico del progetto per l’Italia, il quale ha illustrato il percorso di ricerca, i suoi obiettivi ed i risultati, soffermandosi sul contributo dell’unità di ricerca dell’Università di Messina.
I lavori sono poi stati arricchiti da due sessioni: la prima – moderata dal prof. Francesco Rende – è stata dedicata ai “Modelli innovativi di didattica inclusiva” e la seconda – presieduta, invece, dalla prof.ssa Carmela Mento – ha approfondito il tema degli “Educational Gaming”, essendo incentrata sullo sviluppo di una metodologia innovativa attraverso giochi educativi applicati alla disabilità e alla riabilitazione. Hanno partecipato illustri sociologi, come il prof. Giovanni Boccia Altieri dell’Università di Urbino, costituzionalisti come il prof. Alessandro Morelli dell’Università di Messina, nonché esperti nell’analisi delle metodologie didattiche, come la prof.ssa Susanna Sancassani, Responsabile del Centro METID (il servizio di Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica del Politecnico di Milano).
Hanno dibattuto, inoltre, il dott. Francesco Bocci, Psicoterapeuta, Founder Video Game Therapy, la dott.ssa Fortuna Imperatore Game designer creatrice del videogioco Freud’s Bones, la prof.ssa Anna Maria Passaseo, Università di Messina, e il dott. Umberto Spaticchia, Graphic designer.
Le conclusioni sono state affidate al prof. Donatello Smeriglio, Direttore percorso TFA Sostegno – VIII Ciclo dell’Ateneo peloritano. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, numerosi studenti e docenti delle Scuole medie superiori interessate all’implementazione di metodologie innovative e inclusive per la didattica digitale.
Le attività progettuali di OIR hanno anche ripercorso i lavori svolti nell’area della alfabetizzazione emotiva e del linguaggio non violento della prof.ssa Carmela Mento, le potenzialità della didattica a distanza con attività di inclusione culturale della prof.ssa Anna Maria Passaseo, il teatro sociale e di comunità della prof.ssa Katia Trifiró, il settore dell’apprendimento e del Diritto inclusivo per gli studenti con disabilità della prof.ssa Cinzia Ingratoci ed, infine, il Diritto sportivo del prof. Francesco Rende. Giovani ed esperti si sono confrontati su metodologie didattiche innovative centrate sull’evoluzione tecnologica e sui nuovi bisogni emergenti nel campo della formazione, per fornire prodotti pronti al servizio dell’inclusione e della virtuosa circolarità dei saperi.
Le azioni di training hanno rappresentato un elemento centrale per il buon esito del progetto ed hanno consentito di divulgare i risultati e i prodotti dell’attività di ricerca, coadiuvati dalla creazione di un apposito canale YouTube esplicativo (hhttps://www.youtube.com/@oir-italy/videos) mediante il quale visualizzare gli esempi di didattica innovativa unita a tecnologie capaci di veicolare conoscenze in maniera uniforme. Si tratta di circa 20 modelli, tra podcast, lecture, frame video e tutorial, che affrontano i temi dell’accoglienza, dell’integrazione da diverse prospettive, della disabilità, della fragilità psicologica, delle relazioni, della preadolescenza, dell’evoluzione sociale e tecnologica, del metaverso, della migrazione e dello sport.
“Ringrazio i presenti – ha detto il prof. Germanà – e tutti coloro i quali hanno contribuito a cogliere i frutti di questo progetto. I suoi risultati sono molto importanti poiché si caratterizzano non solo per l’uso della tecnologia nelle attività didattiche, ma anche perché offrono una visione diversa e moderna sul tema dell’inclusione. Il Progetto OIR, coordinato per il nostro Ateneo dal prof. Pira, rappresenta l’unione perfetta dei fondamenti posti sotto la lente d’ingrandimento di UniMe nel suo percorso di internazionalizzazione, ovvero, l’offerta formativa e la ricerca. Grazie a questi due pilastri, l’Università di Messina, oggi, può contare sulla presenza di 2.000 studenti stranieri e vantare circa 1.000 nuove immatricolazioni di giovani provenienti da altri Paesi”.
“Il Dipartimento DiCAM, in qualità di sede culturale e amministrativa del Progetto OIR – ha aggiunto il prof. Giordano – è ben lieto di accogliere i suoi lodevoli risultati. Si tratta di un cammino compiuto in partenariato con altri Atenei sulla base di quella declinazione di valori necessari per affrontare in sinergia il futuro educativo. In un mondo in cui siamo tutti votati alla competizione, questo Progetto ci ricorda l’importanza e la bellezza della cooperazione”.
“Attraverso il Progetto OIR – ha dichiarati il prof. Pira – l’Università di Messina consegna al mondo della formazione ed alla società civile le linee guida di una didattica innovativa che mette al centro lo studente ‘oggi’, che intende avvalersi delle opportunità generate dal progresso tecnologico riconoscendo, inoltre, l’importanza dei nuovi codici comunicativi come strumento in grado di veicolare valori ampiamente e storicamente condivisi. Rendendoci conto di tutto questo potremo conservare quel patrimonio culturale comune che identifica e unisce, nel tempo, le generazioni. Durante questi due anni, il Progetto, nato da una scommessa volta a trovare nuovi modelli comunicativi, è stato arricchito dal valente contributo interdisciplinare di diverse personalità e sensibilità che hanno operato all’interno dell’unità di ricerca UniMe. Abbiamo colto, ancor di più con la pandemia, l’importanza di applicare le neuove tecnologie alla didattica, abbiamo collaborato con le Scuole locali e realizzato, in Italia, 2 International Project Meeting, su di un totale di cinque incontri programmati presso le Università partner, al fine di elaborare un quadro condiviso dei contenuti dei diversi output di progetto, sulla base delle proposte e delle specifiche competenze presenti all’interno dei teams”.