Il Direttore della prestigiosa Fondazione Giovanni Agnelli, dott. Andrea Gavosto, è stato ospite dell’Ateneo presso l’Accademia peloritana. L’incontro, svoltosi ieri, verteva sul tema“Le sfide dell’istruzione in Italia”ed è stato l’occasione per fare il punto sul sistema della formazione nel nostro Paese, partendo da alcuni studi promossi dalla Fondazione.
All’incontro erano presenti il prof. Pietro Perconti, Prorettore alla Didattica ed il prof. Antonino Germanà, Prorettore all’Internazionalizzazione, che ha tracciato il profilo del dott. Gavosto, il quale oltre ad essere Direttore della Fondazione dal 2008, è stato anche chief economist per Telecom Italia e per il Gruppo Fiat ed è componente di numerosi Comitati Tecnico Scientifici ed enti che si occupano di istruzione ed economia.
Il dott. Gavosto ha fatto una panoramica di quelli che sono gli obiettivi della Fondazione, che oggi si occupa prevalentemente di education e ribadisce il valore e la centralità di un sistema pubblico d’istruzione e, con particolare riferimento all’Italia, ne studia le tre dimensioni fondamentali: l’equità, in termini di sostanziale diritto allo studio per tutti, la sua efficacia, in termini di qualità degli apprendimenti, e la sua efficienza, in termini di migliore impiego possibile delle risorse umane e finanziarie nel rispetto degli equilibri di bilancio.
“Negli ultimi anni- ha detto il Direttore della Fondazione- il dibattito all’interno della società italiana ha colpevolmente trascurato il tema della didattica negli atenei, concentrando tutta l’attenzione sulla qualità della ricerca, le procedure concorsuali e la governance degli atenei. Secondo una ricerca , promossa dalla Fondazione, e condotta dal professor Matteo Turri dell’Università di Milano che ha affrontato il tema con interviste a docenti universitari di sei diverse discipline (chimica, medicina, ingegneria, management, giurisprudenza e filosofia), la didattica oggi risulta incentrata, in media, più sull’insegnamento e sul docente piuttosto che sull’apprendimento e sullo studente. I 90 docenti universitari confermano come, negli ultimi anni, ci sia stato, nel nostro sistema, uno sbilanciamento verso la ricerca, i cui risultati incidono sull’avvio e sulla progressione di carriera degli accademici, a discapito della didattica che, invece, un tempo era il parametro principale per la scelta di un docente. E’, dunque, necessario cominciare a riflettere seriamente su come innovare anche nella didattica e nella valutazione, aspetti che pesano sulla vita degli studenti che devono apprendere e uscire poi dagli atenei preparati ad affrontare il mondo del lavoro”.