Il ricco patrimonio museale dell’Ateneo diviene finalmente in parte visibile. Sarà infatti inaugurata martedì 11 marzo, alle ore 18, presso l’Antiquarium dell’Università, la mostra delle antiche ceramiche della collezione “Cesare e Doris Zipelli”, che nel 2008 il Prof. Cesare Zipelli, docente della Facoltà di Scienze fino al 1989, decise di donare alla sua Università, in maniera da integrare la raccolta già da lui ceduta all’Ateneo nel 1989.
Si tratta di una preziosa raccolta di maioliche italiane e spagnole, tra le quali è presente un’ampia rappresentanza delle fabbriche caltagironesi, composta da circa 170 pezzi.
Su impulso della nuova amministrazione una significativa selezione di questa raccolta verrà ora esposta al pubblico, nel suggestivo spazio dei locali ricavati sotto la scalinata dell’Università, dove sarà anche possibile ammirare i resti dell’isolato del XVII secolo, contiguo ad est al Collegio dei Gesuiti, sede del primo Studium messinese, e prototipo dell’Ordine realizzato su progetto (1615) del P. Natale Masucci.
A curare e portare a compimento il progetto il prof. Giacomo Pace Gravina, delegato del Rettore alla Gestione del Patrimonio artistico e Culturale dell’Ateneo: “La mostra – afferma il prof. Pace Gravina – rappresenterà un’occasione di arricchimento per gli appassionati di arte ceramica, per gli specialisti che avranno a disposizione per le proprie ricerche una collezione ricca ed originale; nonché per il territorio siciliano, creando intersezioni con gli altri centri che ospitano raccolte di maioliche. Questo evento rappresenta il primo passo verso la possibilità della fruizione del patrimonio artistico dell’Università di Messina, oltre a ricordare la figura e la generosità di un grande scienziato e collezionista come il Prof. Cesare Zipelli”.
“L’allestimento della mostra- spiega Giusy Larinà, storica dell’arte e curatrice della mostra insieme al prof. Pace Gravina – oltre a seguire criteri scientifici di esposizione relativi alla decorazione della ceramica siciliana, in particolare quella di Caltagirone a partire dal Cinquecento fino all’Ottocento, mette in evidenza anche lo spirito del collezionista che ha raccolto nel tempo manufatti ceramici importanti legati anche ad altre tradizioni quali quella spagnola e dell’Italia meridionale”.