Si concluderà oggi presso l’Aula Magna del Rettorato, la due giorni dedicata al Convegno di studi dal titolo “Specialità e differenziazione. Le nuove frontiere del regionalismo italiano“. I lavori, suddivisi in tre sessioni e presentati dal Prorettore Vicario, prof. Giovanni Moschella e dal Vicepresidente della Regione Siciliana, prof. Gaetano Armao hanno avuto inizio con i saluti istituzionali del Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea. Sono intervenuti anche i proff. Francesco Astone e Mario Calogero, rispettivamente Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche.L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio ed il supporto del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Personale della Regione Siciliana e dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti ed è stata promossa in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze Politiche e Giuridiche e di Giurisprudenza, nel corso della prima giornata è stata caratterizzata dalle relazioni di numerosi esperti e studiosi sia italiani che stranieri.
“L’idea di questo convegno – ha detto il prof. Moschella- nasce da una grande riflessione sui temi dell’economia e del regionalismo relativamente alla proposte di differenziazione di alcune regioni del nord che rappresentano un problema di perequazione e redistribuzione rispetto alle regioni del Sud e della Regione siciliana in particolare. Il ruolo svolto dalle Regioni ordinarie, dopo la riforma costituzionale del 2001, ha reso per certi versi inadeguato il ruolo della ‘specialità’ così com’è, perchè le Regioni ordinarie hanno certamente più potere delle Regioni a Statuto speciale ed è per questo che sarebbe necessario abbandonare questo regime”
“Per la Sicilia – ha sottolineato il prof. Armao – il regionalismo differenziato, che sta già andando avanti nel Paese per le Regioni ordinarie, è una grande opportunità. In virtù di una norma costituzionale del 2001, vi è la possibilità per la nostra Regione di ottenere pariteticamente, oltre alle competenze che già abbiamo, anche quelle che otterranno le altre Regioni. Maggiori spazi di autonomia per le altre Regioni non pregiudicano né possono pregiudicare le competenze della Sicilia; sotto il profilo dell’uguaglianza, per il superamento del divario che connota il nostro Paese, è necessario che vengano, però, predeterminati e individuati i livelli essenziali delle prestazioni connesse al regionalismo differenziato. Ciò perché è importante che lo Stato faccia le stesse cose per tutti i cittadini italiani, considerandoli uguali. Il percorso del regionalismo, quindi, deve necessariamente camminare di pari passo con quello dell’eguaglianza concreta e sostanziale”.
Sui parallelismi e sulle differenze fra il regionalismo differenziato italiano e quello spagnolo si è invece espresso il prof. Roberto Blanco Valdés (Universidad de Santiago de Compostela): “sia Italia che Spagna sono Paesi fortemente centralizzati che, poi, sono divenuti Paesi decentrati. Nel caso della Spagna il decentramento è stato molto più forte, poiché è avvenuto a livello federale. Il processo di decentramento italiano è iniziato nel Secondo Dopoguerra mentre in Spagna nel ’78 e vi è una differenza sostanziale, ovvero, che in Spagna vi sono partiti nazionalisti che hanno acuito maggiormente la situazione”.
Numerosi ricercatori hanno presentato i risultati dei loro lavori durante tre panel paralleli su tematiche di fondo, al termine dei quali si è svolta la sessione plenaria in Aula Magna, con la relazione conclusiva del prof. Antonio D’Atena. Durante le due giornate di attività convegnistica, sono state approfondite varie tematiche tra cui le prospettive del regionalismo differenziato e le sue ricadute sui principi fondanti il nostro sistema autonomistico e cioè la sussidiarietà, la solidarietà economico-sociale, l’efficienza amministrativa; i limiti espliciti ed impliciti della differenziazione regionale; l’asimmetria regionale nell’esperienza spagnola. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio ed il supporto del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Personale della Regione Siciliana e dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti. Sono previsti crediti formativi per gli studenti dei Dipartimenti coinvolti e per gli iscritti all’Ordine degli Avvocati di Messina.