Nell’ambito delle attività formative e informative, finalizzate alla promozione della legalità e della prevenzione della corruzione e del Master di II° livello in “Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alla mafia”, si è tenuta oggi pomeriggio, nell’Aula Magna dell’Ateneo, la lectio magistralis del dott. Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) sul tema “Nuove prospettive nel riutilizzo dei beni confiscati”.
I saluti introduttivi sono stati portati dal Rettore, prof. Pietro Navarra, dal prof. Giovanni Moschella, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, dal prof. Luigi Chiara, Direttore del Master e dal prof. Francesco De Domenico, Direttore generale e Responsabile Anticorruzione dell’Ateneo.
“Il livello di contrasto alla corruzione di un Paese – ha detto il Rettore – è collegato alla capacità di investire in innovazione, ricerca e sviluppo e nel non lasciar scappare i propri talenti. I Paesi con alti livelli di corruzione, infatti, non investono in istruzione e formazione e tagliano la spesa pubblica per negare le opportunità di riscatto ai singoli”.
Il prof. Moschella ha ringraziato l’Ateneo per il sostegno alle attività del Master ed ha rimarcato l’importanza della formazione che viene organizzata su queste tematiche.
“La presenza del dott. Cantone – ha detto il Direttore Generale dell’Ateneo – è una grande occasione per l’Università di Messina, che ha visto la normativa anticorruzione come un’opportunità di crescita e di controllo della gestione amministrativa, istituendo forme di controllo efficaci sulla spesa pubblica”.
Il prof. Chiara ha anticipato che il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche si impegnerà non solo per riproporre Master di II livello già organizzato quest’anno, ma anche un Master di I livello nel settore della prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione.
La Lectio è stata introdotta dalla prof.ssa Ida Nicotra, componente del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, la quale ha sottolineato importanza degli interventi normativi che prevedono non un semplice affidamento dei beni confiscati, ma anche un loro riutilizzo che generi profitto e garantisca i lavoratori.
Il dott. Cantone ha inizialmente fatto eco a quanto sostenuto dal Rettore nel suo intervento: “se le imprese non assumono i professionisti migliori, evidentemente è perchè dovranno rispondere a delle consorterie” . Il dott. Cantone ha poi evidenziato il valore di parlare di temi legati alla mafia proprio in Sicilia, la regione che ha pagato il più grande tributo di sangue nella lotta alla criminalità, ma ha anche sottolineato i rischi della finta anti-mafia, utilizzata solo in termini promozionali.
“Il numero di beni confiscati – ha aggiunto – è stato crescente negli anni, tuttavia inizialmente si trattava di confische solo apparenti visto che i beni rimanevano nella disponibilità dei mafiosi. Nel 2010 con l’istituzione dell’Agenzia Nazionale che si occupa dei beni confiscati si è arrivati ad una svolta importante, ma l’Agenzia stessa non sempre ha avuto a disposizione gli strumenti necessari”.
Il dott. Cantone, a lungo magistrato impegnato nella lotta contro la camorra, ha lavorato anche presso l’Ufficio del Massimario della Cassazione e ha scritto diversi libri: il primo, nel 2008 “Solo per giustizia”, (edito da Mondadori) l’ultimo, del 2013, “Football Clan” (Rizzoli) nel quale con il giornalista de “L’Espresso”, Gianluca Di Feo, ricostruisce i rapporti tra mafia e pallone. Recentemente ha ricevuto anche l’incarico dal Presidente del Consiglio di riportare la trasparenza nei cantieri di Expo 2015.