Si è svolto in Aula Magna, un seminario, organizzato dai Dipartimenti di Giurisprudenza e di Scienze politiche e giuridiche, nel corso del quale, alla presenza di numerose Autorità cittadine, è stato presentato il volume “Magistratura e società nell’Italia repubblicana” di Edmondo Bruti Liberati.
Dopo i saluti istituzionali da parte del Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, dei Direttori dei Dipartimenti di Giurisprudenza e Scienze politiche e giuridiche, proff. Francesco Astone e Mario Calogero, della prof.ssa Maria Piera Rizzo, Coordinatore del Dottorato in Scienze giuridiche, del prof. Luigi D’Andrea, Direttore della Scuola di specializzazione per le professioni legali e dell’Avv. Vincenzo Ciraolo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina, all’incontro, introdotto dai proff. Giacomo D’Amico e Alberto Randazzo, sono intervenuti i proff Giovanni Moschella e Antonio Saitta ed il dott. Maurizio De Lucia, Procuratore della Repubblica di Messina. La conclusione è stata affidata al Presidente emerito della Corte costituzionale e Presidente della Scuola superiore della magistratura, prof. Gaetano Silvestri.
Edmondo Bruti Liberati, in magistratura dal 1970, ha svolto a Milano le funzioni di giudice, di magistrato di sorveglianza e di pubblico ministero. È stato dal 2010 al 2015 procuratore della Repubblica di Milano, componente nel 1981 del Consiglio superiore della magistratura, presidente di Magistratura democratica e della Associazione nazionale magistrati. E’ autore di numerosi testi in materia di Diritto Penale e Penitenziario e organizzazione giudiziaria.
L’autore, nel suo volume, traccia un quadro ampio e non privo di ombre del difficile percorso di attuazione dei valori democratici nella magistratura e nella società. Dalla caduta del fascismo all’entrata in funzione della Corte Costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura; dai difficili anni del terrorismo alla stagione di Mani pulite, per arrivare ai più recenti tentativi di riforma del sistema della giustizia.
È una storia d’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale al tempo presente vista attraverso l’occhio della giustizia, settant’anni spesso tormentati in cui la magistratura è stata protagonista.