In merito alle notizie emerse dalla presentazione del rapporto Valutazione Qualità della Ricerca, il prof. Salvatore Cuzzocrea, in veste di pro-rettore delegato alla Ricerca, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Offre interessanti spunti di analisi ed evidenzia obiettivi su cui impegnarsi, la valutazione della qualità della ricerca in Italia nel periodo 2004-2010, condotta da ANVUR, consegnataci ieri a Roma. Sarà opportuno analizzare in maniera approfondita le diverse tabelle che compongono la relazione, al fine di meglio comprendere lo stato della Ricerca nell’Università di Messina ed in particolare il suo posizionamento nel panorama nazionale.
Il dato assoluto della valutazione della ricerca dell’Università di Messina (e non anche di altri elementi fondamentali, come ad esempio la didattica) è di un -33% rispetto alla precedente valutazione 2001-2004, effettuata dal CIVR, per cui l’Università di Messina si posiziona all’ultimo posto peraltro tra gli atenei medio-grandi.
Tuttavia, da una prima analisi relativa alla valutazione effettuata dalla VQR si evince come vi siano Aree CUN che vedono l’Università di Messina non all’ultimo posto nella classifica nazionale (es. Area 3 Messina è al trentaquattresimo posto su 51, Area 8a Messina è al ventiseiesimo posto su 43, Area 8b Messina è al dodicesimo posto su 39; Area 9 Messina è decima su 56). Inoltre, nel complesso della valutazione delle sedici aree (le quattordici CUN più le due sub-Aree delle Aree 8 e 11) in cinque di queste l’Università di Messina risulta essere presente nel secondo o nel terzo quartile.
Come evidenziato durante la presentazione dei risultati della valutazione della VQR, alla quale ho presenziato in veste di pro-rettore con delega alla Ricerca, questa deve essere considerata una base su cui impostare le strategie di sviluppo della ricerca all’interno degli Atenei. Tale rapporto, che consta di più di 3000 pagine, richiederà uno studio approfondito ed un attenta valutazione per permettere all’interno degli atenei e del mondo accademico un confronto ed un dibattito, tenendo in considerazione che il metodo con cui operare deve tenere in considerazione – riprendendo le parole del ministro – merito, accessibility e trasparenza dei dati.
In particolare, il lavoro effettuato dall’ANVUR permetterà agli atenei di comprendere, essendo disponibili i dati, anche il peso dei singoli settori scientifico disciplinari nelle aree CUN di pertinenza ed il posizionamento degli stessi a livello nazionale.
Inoltre, nel documento VQR è anche presente la valutazione dei singoli dipartimenti pre e post legge 240. Questi ultimi dati potranno anche permettere di comprendere se la nuova strutturazione dipartimentale che oggi ha l’Università di Messina è, nell’ambito della ricerca scientifica, adeguata o meno.
In conclusione, certamente il dato complessivo che la nuova amministrazione dovrà gestire non è entusiasmante, ma l’Università di Messina saprà trovare le energie e la forza di rivedere e riprogrammare il proprio approccio alla ricerca. Ben sapendo che il voto generale su quest’ultima risente certo della presenza di eccellenze, ma è altresì penalizzato da settori trascurati nell’idea errata che il giudizio finale su un ateneo premi soltanto i suoi settori migliori e non l’intera attività di ricerca nel suo complesso”.